di Enzo Maraio
È la settimana della vittoria in Sardegna. È una svolta per la straordinaria isola che può tornare a crescere con un governo serio e responsabile; è una grande vittoria per i socialisti. Il Psi torna in Consiglio regionale a conferma che il lavoro duro ed appassionato, alla fine, paga sempre. Più in generale, ed è l’aspetto sul quale mi voglio concentrare, c’è una lettura politica del voto sardo che va fatta e va approfondita. Dalla Sardegna arriva una lezione che non può e non deve essere ignorata. Alessandra Todde, donna preparata e determinata che abbiamo sostenuto con convinzione, vince grazie ad una coalizione ampia e plurale. Non è il ‘campo largo’, che qualcuno vuole ridurre alla intesa del Pd con il Movimento Cinque Stelle; è (e mi è piaciuta la sintesi di Giuseppe Conte) il ‘campo giusto’. Qualcosa di nuovo e più grande. È il campo che vede, al fianco del Pd e del M5S, la presenza della sinistra e degli ambientalisti, dei movimenti civici e di ispirazione moderata, quello che vede, tra i protagonisti, i socialisti riformisti. È la pluralità che diventa risorsa, ricchezza. Nelle prossime settimane sarà del Pd e della sua segretaria Elly Schlein il compito di coordinare il lavoro di tutti, su questo modello. Per farlo, al netto delle chiacchiere e dei buoni auspici, sarà opportuno aumentare le occasioni di incontro. I vertici di coalizione non sono vuoti rituali se allargati ad ogni sensibilità, se costruiti su idee e proposte. Bisogna lavorare ad un programma che ci tenga insieme, senza non abbiamo credibilità, e costruire una coalizione omogenea su tutti i territori. Dobbiamo archiviare la stagione della schizofrenia con alleanze a macchia di leopardo, contraddittorie. Mai più dovrà capitare, al netto delle autonomie dei territori che nessuno vuole mortificare, di avere nelle stesse Regioni e negli stessi giorni più modelli di alleanza: una follia che nessuno capisce, a cominciare proprio dagli elettori. Tocca, dopo la Sardegna, continuare il percorso sulla strada tracciata. La ‘bolla’ della Meloni è destinata a sgonfiarsi, presto la coalizione di governo sarà travolta dalle contraddizioni, sbugiardata dai proclami ai quali non seguono fatti. Bisogna farsi trovare pronti. Perché questo avvenga non è il tempo dell’attesa ma quello della intelligente costruzione. I socialisti ci sono.