Nella Lega un malcontento “generale”

di Stefano Amoroso

Questa celebre frase di Forrest Gump, acclamata pellicola degli anni Novanta, potrebbe essere adattata anche al generale Vannacci, neocandidato alle elezioni europee nella lista della Lega. Che Vannacci sia nostalgico del Ventennio non c’è dubbio. Lo scrive lui stesso: definisce Mussolini uno statista, attacca i gay come “persone non normali”, vuole che gli studenti disabili siano messi in classi separate, e mostra disprezzo per le donne e le minoranze, sia etniche religiose. Ama fare la vittima del sistema, l’ex colonnello dei parà, e questo deve aver fatto scoccare la scintilla con Matteo Salvini. Anche lui, sin da quando si scontrava contro i fascisti, da giovanissimo militante di estrema sinistra, si è sempre sentito uno “contro” qualcuno o qualcosa. Strano destino, quello del leader della Lega: da antifascista ad amico e protettore dei fascisti, da libertario a fautore della politica securitaria. E, soprattutto, da autonomista e federalista, a nazionalista e centralista. Strano è anche il destino della Lega, salvata proprio da Salvini e Maroni dopo lo scandalo della truffa e falso in bilancio da 49 milioni da parte di Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito: ridotta al 4% e ad un passo dalla scomparsa, con Salvini è rinata e cresciuta fino a raggiungere il 34% dei consensi alle scorse Europee. Dopo cinque anni, durante i quali la Lega ha governato più di qualunque altro partito, Salvini e soci rischiano di tornare a percentuali bassissime ed a veder sfumare il sogno dell’autonomia differenziata ad un passo dal traguardo. Non è un mistero per nessuno, infatti, che sia Fratelli d’Italia, che è forte soprattutto nell’Italia centrale, sia Forza Italia, che viene votata soprattutto al Sud, non mettano il federalismo in cima ai propri obiettivi politici. Quindi, con una Lega indebolita, è probabile che il grande progetto dell’autonomia differenziata venga molto ridimensionato. Ecco che, allora, Salvini gioca le sue carte per uscire dall’angolo: con Vannacci, Salvini punta al voto ex missino (valutato del 5% a livello nazionale, con punte al Centro e nel Nord Est) e della galassia nera. E i leghisti storici, come reagiranno a questa invasione di specie aliene nel loro habitat? C’è il rischio di un’astensione di massa, che vanificherebbe i voti in più portati dai neoacquisti salviniani. A quel punto, il Capitano resterebbe senza voti, e senza neanche un progetto coerente.

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