di Redazione
Una grande Convenzione, un proficuo momento di analisi e di confronto, la costruzione di una visione politica di ampio respiro, che parte dalla situazione politica del nostro Paese e si spinge sino agli scenari internazionali di un mondo in veloce trasformazione e turbato dai conflitti in corso. La due giorni di Roma nello scorso week end, promossa dal Psi per avviare la campagna elettorale per le europee, è stata tutto questo, aperta dalla relazione del Segretario Enzo Maraio ed accompagnata dagli interventi di dirigenti socialisti e di ospiti. Il punto di partenza di un percorso in due tempi, verso la costruzione di una alternativa politica da realizzarsi anche dopo le europee, come ha ribadito il segretario socialista Enzo Maraio. Questo cammino avrà nelle elezioni europee del prossimo giugno una tappa decisiva, dove le forze di opposizione saranno in campo per sconfiggere una destra reazionaria e isolazionista che immagina l’Europa delle nazioni, in cui l’interesse particolare dei singoli Stati prevale su quello generale dell’Unione. Una visione che non solo è un deciso passo indietro sulla strada dell’integrazione, ma che segna un isolamento a livello internazionale, riducendo il peso che l’Ue potrà avere in futuro. Altro che piano Mattei. Invece il progetto politico in due tempi è un percorso che, partendo dalle elezioni europee, può proseguire nel futuro perché diventi alternativa di governo. È chiaro ormai che il Pd, così come strutturato e con la presunzione di rappresentare da solo la totalità di un’area contrapposta a quella della attuale maggioranza, non avrà possibilità di successo. Anche da qui passa la necessità di mettere insieme un’area che a sinistra c’è e che sta dialogando in vista delle elezioni. A Roma si è vissuta una due giorni ricca di interventi, di contenuti e di idee. Dopo la relazione del segretario hanno preso la parola Luigi Iorio, coordinatore della segreteria, che ha presieduto un tavolo di lavoro con Jacopo Nannini, Niccolò Piras, Silvano Del Duca, Francesca Sabatini ed Enrico Procopio, che si sono interrogati su quale Europa sia necessario costruire, con quali ruoli e con quali attori. Altro tema caro ai socialisti che si è affrontato è quello della riforma della giustizia, sul quale Livio Valvano ha intervistato l’europarlamentare Andrea Cozzolino. Nella prima giornata dei lavori non sono mancate le risposte all’appello lanciato dal Segretario Maraio già nei mesi scorsi, per la costruzione di un progetto nuovo da affidare alla sinistra nel nostro Paese. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha insistito sulla necessità di creare convergenze che abbiano al centro temi come la pace, la giustizia sociale, la conversione ecologica. Sulla stessa linea Angelo Bonelli, Co-portavoce di Europa Verde, per il quale autonomia differenzia e premierato rappresentano una svolta autoritaria evidente con la verticalizzazione del potere. Parlando di Medio Oriente, Bonelli ha poi ricordato il ruolo di Bettino Craxi che ebbe il coraggio di imporre un punto di vista autorevole sul conflitto israelo-palestinese. Bruno Tabacci, Centro Democratico, ha richiamato alla necessità di costruire un fatto politicamente nuovo in vista delle europee, rimarcando inoltre che l’autonomia differenziata è una secessione, che affiancata al tema del premierato, crea un mix esplosivo, anticamera di un sistema stile sud americano. Sul palco della Convenzione anche l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio, a poche ore dal suo addio al Partito Democratico, in pieno contrasto con la segreteria Schlein. Pia Locatelli, responsabile esteri del Psi, ha sottolineato come nei due anni di guerra russo-ucraina si sia vista un’Europa troppo poco coinvolta nella necessaria azione diplomatica e, rispetto al Medio Oriente, che la scelta di Israele di bombardare e di farlo così pesantemente è sbagliata e va fermata, puntualizzando quanto sia responsabilità di Netanyahu non accettare la soluzione dei due Stati. Dal Medio Oriente è iniziato anche l’intervento di Bobo Craxi, ricordando come serva uno sforzo per rafforzare le convinzioni che il nostro continente possa e debba nuovamente esercitare un ruolo politico in quest’area e quanto sia inadeguato il governo Meloni nel contribuire a raggiungere questo obiettivo. Sulla stessa linea anche Riccardo Magi, segretario di Più Europa, che ha sottolineato come non sia possibile affidare un rilanciato ruolo di mediazione all’Europa se questa fosse, dopo le elezioni di giugno, guidata da una destra che ci ripropone il nazionalismo.