La scorciatoia di Giorgia Meloni

di Enzo Maraio

Negli scorsi giorni Cdm ha approvato il ddl costituzionale che introduce l’elezione diretta del Premier. Quella che Giorgia Meloni definisce la “madre di tutte le riforme” prova ad introdurre il famigerato “premierato”, che costituirebbe un unicum nelle democrazie occidentali, considerato che tale sistema è stato superato da tempo anche in Israele. Meloni si è subito lanciata nella propaganda populista e si è affrettata a dire che saranno “finalmente gli italiani a decidere”. Così non è. E i costituzionalisti ci hanno messo pochissimo a sbugiardare una riforma costituzionale parziale, incompleta ed approssimativa. Poteri decisamente rafforzati ed eccessivi per il Presidente del Consiglio, con conseguente ruolo del Parlamento ridimensionato. Sullo sfondo, un colpo deciso al Presidente della Repubblica, le cui funzioni risulterebbero compresse e limitate rispetto al ruolo di arbitro e garante che ha esercitato, in maniera decisiva e in più occasioni. Noi socialisti non abbiamo mai detto no in maniera pregiudiziale ad una riforma istituzionale, anzi. Siamo stati tra i pochi, a sinistra, ad aprire al confronto. Del resto, già con Bettino Craxi avevamo posto il tema trenta anni fa, seppur nella consapevolezza che oggi il sistema è diverso, non essendoci i contrappesi che c’erano allora: partiti forti, Parlamento e gruppi autorevoli. La scorciatoia del premierato non ci convince affatto, perché non garantisce né stabilità né, soprattutto, sovranità popolare. E’ un papocchio che copia e incolla cose diverse, gettando nella confusione un sistema già precarizzato dagli interventi fatti negli ultimi decenni. Non si indica con quale sistema elettorale si voterebbe (delegando la scelta ad una norma ordinaria); non si capisce se c’è un turno unico o anche un turno di ballottaggio ma si fissa già un premio di maggioranza. Solo una cosa è chiarissima: un premierato abbinato alla nomina dei parlamentari, conseguenza delle liste bloccate, svuoterà ancora di più il Parlamento. Un tentativo maldestro di falcidiare la nostra democrazia. Per noi socialisti una vera porcheria da bloccare assolutamente. È necessario dare battaglia, auspicando che la riforma non raggiunga i due terzi dei voti in entrambe le Camere, così da riservare al voto popolare, con il referendum, la strada per impedire al centrodestra di portare a casa questa riforma. Ecco, è qui che bisogna spiegare bene agli italiani cosa è giusto fare. E iniziare da subito. Auspicando che le opposizioni si attrezzino in maniera costruttiva, offrendo al Paese un’opportunità di difendere la democrazia.

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