La lezione sarda

di Lorenzo Cinquepalmi

Il voto in Sardegna mette in fila una serie di segnali importanti, che la politica, soprattutto nel centro sinistra, deve saper leggere. Il primo: Meloni non è infallibile e non è invincibile, ha sbagliato candidato e ha perso. Il secondo è quasi una banalità: uniti si vince. Il terzo: le europee sono finte proporzionali; con lo sbarramento al 4% la frammentazione del centrosinistra disperderebbe quasi il 15% dei voti. Quarto: la lista +Europa-Azione prende solo un 1,5%. Emma Bonino lo ha capito prima e ha chiamato, sabato scorso, il centrosinistra a un impegno comune. Quinto (in casa socialista): la lista Psi Sardi in Europa consegue un ottimo risultato, elegge, è determinante per la vittoria, e mette, non a caso, la parola Europa in primo piano. La lettura è univoca: divisioni, tentazioni terzopoliste, frammentazione, narcisismi, in un sistema che è maggioritario perfino quando sembra non esserlo, sono stati la vera forza politica della destra. Al contempo, l’elettorato percepisce un contesto generale diverso da quello del 2022. Le manganellate ai ragazzini che chiedono pace in Palestina si incidono nella coscienza anche emotiva dei cittadini e si sommano a tanti altri segnali rivelatori di come la società civile, italiana ed europea, con la destra al potere, vedrebbe, e da noi già veda, cadere in pericolo modelli di vita, diritti e libertà che dava per intangibili. In questo sta la responsabilità delle leadership del centrosinistra: abbandonare il vizio di lucrare risultati e spazi a scapito di chi è dalla tua stessa parte della barricata. Perché è chiaro che, per come si delineano le prossime elezioni europee, di uno scontro alla barricata stiamo parlando. Devono, prima di tutto, trovare la voce i partiti europei, fino a oggi solo consorzi di partiti nazionali, spesso in disaccordo tra loro. E in Italia, bisogna che l’elettorato veda, finalmente, dei leader capaci di darsi una missione comune: fino alle elezioni, non lasciare disperso nemmeno un voto; dopo le elezioni, bloccare l’avanzata del modello crudele di società pensato dalle destre. La Sardegna dice che è possibile. La politica deve farlo.

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