La giustizia militante e l’ipocrisia di certa sinistra

di Enzo Maraio

Ogni volta che il tema del complicato rapporto tra politica e magistratura torna d’attualità, come in queste settimane, entra in gioco il rischio di indebolire le istituzioni e minare la credibilità dello Stato. Un fatto deprecabile, a maggior ragione, se si tratta di chi quelle istituzioni e quello Stato rappresenta. Quanto è successo sul molo di Catania nel 2018, dove la giudice del locale tribunale, Iolanda Apostolico, decise di prendere parte ad una manifestazione pubblica i cui partecipanti gridavano slogan contro le forze dell’ordine, non risponde a tali principi. L’equidistanza, l’essere sempre pubblicamente super partes, dovrebbe essere il pilastro dell’agire di un magistrato che, ricordiamolo, è una figura ‘terza’. Ne va della salvaguardia della sua imparzialità. E’ difficile comprendere, altresì, le ragioni di certa sinistra che non riesce, quasi per ragioni ataviche, a prendere le distanze da questo episodio, ma al contrario alimenta una narrazione distorta di quello che è accaduto. Ognuno è certo libero di fare politica, ci mancherebbe, ma non quando si riveste un ruolo così importante e così delicato com’è appunto quello di un magistrato. La storia ci ha insegnato che l’azione di un magistrato che entra nel ring della politica può essere pericolosissima. Come spesso accade, si tende ad osservare il dito e non la luna: il tema non è chi sia stato a passare i video della manifestazione a Matteo Salvini; ma piuttosto comprendere perché la giudice Apostolico si trovasse a quella manifestazione, un gesto che difficilmente resta esente da strumentalizzazioni, inficiando tra l’altro un provvedimento che contiene elementi di correttezza. Un altro fronte resta la gestione politica dei flussi migratori, del tutto errata e intrisa di demagogia. Si dichiarano garantisti, o almeno così aveva fatto Nordio agli esordi, e il risultato è stato la produzione di norme inutili, aumento delle pene e dei reati, che hanno l’unico scopo di arrivare ‘preparati’ alle prossime elezioni Europee, utilizzando alla bisogna il tema della giustizia. Questioni queste che devono rimanere confinate nell’ambito politico. Perché, attenzione: a delegittimare lo Stato ed i suoi organi ci si mette un minuto; a riconquistare la fiducia dei cittadini, una vita.

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