La battaglia socialista per una nuova Europa

di Giada Fazzalari

Non c’è una sola battaglia che valga la pena di combattere da soli. Non c’è una sola sfida che si possa affrontare meglio da separati che da uniti. Anche quelle a cui un intero Paese, stretto tra fragilità sociale, crisi istituzionale e disagio economico, deve far fronte: guerre terribili che si combattono ai suoi confini, tensioni interne, diritti sociali che non sono più tali: il diritto a curarsi, all’istruzione, alla casa. Ma soprattutto il diritto, vitale, dell’emancipazione dalla condizione del bisogno. In un contesto così frammentato, di disordine e incertezza, conviene provare a spingere lo sguardo oltre l’immediata attualità, attraverso una visione più lunga, per capire come (e con quale proposta) le forze politiche in campo siano capaci di interpretare i nuovi bisogni nel mondo nuovo. Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno prossimi portano una vera novità nel panorama politico italiano: la lista Stati Uniti d’Europa, che contiene già nel suo nome tutto il senso della sua missione. Una forza europeista, riformista, socialista, liberale, di progresso che non è, come taluni hanno osservato, un tentativo di rivitalizzare un’iniziativa politica liberale data già per sepolta da dopo le ultime elezioni politiche, nè la rinascita del vecchio ‘centro’, fagocitato dal bipolarismo spinto dell’ultimo trentennio. Il progetto degli Stati Uniti d’Europa è molto di più: è quella proposta riformista che all’Italia manca e che parte della sinistra ha sacrificato sull’altare del moralismo giustizialista, del massimalismo e del populismo accattone. Una lista che in un periodo di straordinaria difficoltà che mette in crisi le nostre democrazie, offre una opportunità a tanti elettori che, scoraggiati, nel recente passato hanno disertato le urne. Il riformismo autentico, il garantismo, il marcato europeismo, sono il collante dell’unione di partiti e movimenti – Psi, Italia Viva, +Europa e Lib Dem – che sentono l’urgenza di rispondere a quei bisogni e che intendono, con entusiasmo, coprire quel vuoto politico durato troppo a lungo. E che vogliono rafforzare la prospettiva di una forza riformista totalmente nuova, in grado di riunire sotto il vessillo europeo uomini e donne che hanno competenza e passione. Una leva capace di scardinare gli schemi. Lavoreremo perché gli elettori la usino.

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