Israele-Palestina: per la libertà dei popoli. Da sempre.

di Lorenzo Cinquepalmi

È in corso un gioco sporco, condotto da soggetti mossi da interessi opachi: marchiare come amici dei terroristi di Hamas tutti coloro che alzano la loro voce contro la strage indiscriminata di civili che Netanyahu sta perpetrando a Gaza. Lo abbiamo scritto, e lo scriviamo in modo chiaro e inequivocabile: gli attentati di Hamas ai civili israeliani sono un crimine efferato e ingiustificabile. Tutti: dalle bombe e missili degli ultimi anni, fino alla strage e ai rapimenti dei civili del 7 ottobre. Attaccare Hamas, estirparla dal Medio Oriente, perseguirne capi e militanti, è giustificato e legittimo. Sterminare oltre ventiseimila civili, in gran parte donne e bambini – un numero agghiacciante di bambini – con bombardamenti, fame, sete, freddo, ferite e malattie, non è giustificato, non è giustificabile, non è legittimo. E, in più, serve solo a rendere Hamas sempre più forte e radicata in quel popolo, alimentando la spirale di sangue, dolore e sofferenza, che solo Rabin e Arafat, ormai una generazione fa, capirono di dover disinnescare e vollero, insieme, disinnescare. Entrambi pagarono con la vita questo impegno di pace, perché in entrambi i popoli, ebraico e arabo, c’è chi prospera sull’odio, sulla disperazione e sul sangue. Lo Stato di Israele rappresenta l’incarnazione del diritto di ogni popolo a vivere in libertà, sicurezza e pace, in una sua terra. Chiunque creda nella libertà e nella giustizia non può che mettere se stesso a difesa di questo sacrosanto diritto di Israele. Ma proprio per questo, per le stesse ragioni e per gli stessi principi, non può non schierarsi per il diritto del popolo palestinese a vivere, a sua volta, in libertà, sicurezza e pace, in una sua terra. Ecco perché ogni nazione, organizzazione e singola persona, anche e soprattutto nei due popoli israeliano e palestinese, se davvero vuole che in Medio Oriente si possa vivere in pace e sicurezza, dovrebbe battersi per la libertà, la pace e la sicurezza anche dei palestinesi. Se i leader che avevano capito e creduto che l’unica strada per arrivare ad un equilibrio di pace era nella formula “due Popoli, due Stati”, sono stati assassinati da estremisti del loro stesso mondo, significa che gli interessi da contrastare non hanno nulla a che vedere con il benessere e la stessa sopravvivenza delle due nazioni in apparente conflitto. Non trarre conseguenze dall’elementare constatazione che Hamas non attacca i soldati israeliani ma i civili, e che il governo israeliano non reagisce attaccando militarmente Hamas ma stermina decine di migliaia di donne e bambini palestinesi, significa consegnarsi prigionieri del cortocircuito innescato dagli estremisti di entrambe le sponde. E noi, questo, non lo accettiamo, proprio perché amiamo la libertà di Israele quanto la libertà dei popoli arabi, e crediamo che, per entrambi, la prima delle libertà sia quella dalla follia dei loro stessi estremisti, mercanti di odio e di morte.

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