Ilva. Iorio: non si può morire sul posto di lavoro, è emergenza di Stato. Implementare controlli

“E’ di poche ore fa la notizia dell’ennesima morte bianca avvenuta a Taranto; un giovane di 28 anni ha perso la vita mentre lavorava in cima ad una gru, nello stabilimento Ilva di Taranto. Un cavo ha ceduto e lo ha ucciso sul colpo. Le responsabilità dovranno essere accertate dalla magistratura, ma di sicuro è assurdo che, nel 2018, si continui a morire sul posto di lavoro come accadeva ai primi del ‘900”. E’ il commento del responsabile Lavoro del PSI, Luigi Iorio alla morte di Angelo Fuggiano, il 28enne morto mentre lavorava nelle acciaierie tarantine.

“Secondo l’Osservatorio indipendente di Bologna sono tredicimila le morti in dieci anni. Dall’inizio dell’anno duecentosessanta, una media di quasi due vittime al giorno. Un livello di mortalità sui luoghi di lavoro tra i più alti tra i paesi occidentali”, sottolinea Iorio.

“Siamo difronte ad una vera emergenza di Stato. Occorre implementare controlli più stretti nei luoghi di lavoro,e ricreare quelle condizioni sociali e politiche che portino i lavoratori a rivendicare i propri diritti. Il rilancio di principi e valori propri della sinistra passa anche da un’opera di costante tutela dei diritti dei lavoratori, di presidio nei luoghi di lavoro, di dialogo con le parti sociali e di responsabilizzare dei lavoratori sui pericoli che si corrono in assenza di adeguate norme di sicurezza” ha detto Iorio.

“Le chiamano ‘bianche’, ma sono morti come tutte le altre e non hanno colore ma solo dolore”, ha concluso l’esponente del PSI.

Ti potrebbero interessare