Il segretario del PSI Riccardo Nencini, torna a parlare alla sinistra riformista in un fondo apparso su Avantionline! titolato “La Profezia”.
Nencini analizza il momento storico e la congiuntura economica tracciando un parallelo tra l’Italia attuale e quella del 1919, poco prima dell’avvento della dittatura fascista. Tante le similitudini pur nel mutato contesto che preoccupano il segretario del PSI: dalla povertà, alla caduta degli investimeni, dalla crescita delle diseguaglianze fino all’allargamento della forbice tra nord e sud.
Il tutto, continua Nencini, unito a delle profonde trasformazioni socialie culturali innescate dalla rivoluzione tecnologica: “Di chi la colpa?”, si chiede retoricamente Nencini. “Facile. Della politica, responsabile di tutto. Troppe chiacchiere in parlamento, troppi soldi spesi per la casta. Meglio confidare in chi offre risposte decisive, secche, senza patteggiamenti: uomini del destino, movimenti antisistema. La risposta altrettando prevista e prevedibile”- analizza il segretario socialista.
Di fronte a questo scenario, ieri come oggi, sono le forze pouliste ad emergere: parlando di Lega e M5S Nencini afferma che “il cemento, il mastice” che unisce le due forze politche premiate dalle urne “è nell’essere entrambi, e intimamente, antisistema. Vivono di una massiccia propaganda condita di slogan rivoluzionari, mangiano allo stesso modo, respirano allo stesso modo, rifuggono l’intermediazione, uno sfoggiando la cravatta, l’altro la felpa”.
Secondo Nencini, “La loro alleanza non è tattica, non può essere l’accordo di un giorno. È strategica. Se Salvini avesse voluto giocare una partita tradizionale, non avrebbe rotto il centro-destra quando avrebbe potuto, in tempi brevi, dominarlo. Salvini- analizza Nencini – vuol liberarsi degli alleati. Lo farà lentamente e dopo aver stabilizzato il governo. Meglio tenersi aperta una via di fuga, non si sa mai…Siccome la scommessa consolare investe il futuro, Lega e Grillini sono destinati a non farsi la guerra nei comuni e nelle regioni al voto. La Basilicata arriva troppo presto, a novembre, ma sarà interessante osservare il turno amministrativo del 2019. L’esperimento ha bisogno di stabilità per riuscire. Intanto, che la sinistra non perda più tempo”, conclude Nencini.