Il record della Meloni. L’aumento della povertà

di Enzo Maraio

I dati dell’Istat sulla povertà assoluta sono drammatici: sei milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà. E quindi vivono sul filo dell’esclusione sociale, dell’indigenza, privati della dignità. L’impennata dei costi delle materie prime ha inciso non poco sulle tasche delle famiglie italiane, così come l’inflazione alle stelle; la privazione totale di sostegni sociali ha certo influito sull’andamento di una situazione diventata insostenibile. Un quadro prevedibile, i cui segnali si erano già manifestati un anno fa. Ma il governo ha preferito non coglierli e non ha messo in campo politiche per contrastare l’aumento dell’inflazione, così come non si è pensato a una ristrutturazione dei salari, che restano i più bassi d’Europa e conducono anche la classe media a perdere progressivamente quel potere d’acquisto necessario a far muovere l’economia. Il costante ostracismo all’inserimento di un salario minimo è francamente sconcertante. Il governo Meloni continua a tutelare i più ricchi e sembra accanirsi sui fragili. Certo il lavoro è aumentato ma è sempre più precario con salari con cui si compra sempre di meno. E allora qualcosa non torna. E ancor meno tornerà quando entrerà in vigore l’autonomia differenziata, con un Sud del Paese che sprofonderà diventando zavorra e condannando milioni di persone alla disperazione. La maggioranza di governo si vanta di una piccola ripresa economica che, certo, in qualche misura c’è stata, ma non ha portato alcun beneficio a quella parte di paese fuori dal mercato del lavoro: persone con competenze poco spendibili che vive situazioni personali o familiari complicate, o magari abita in zone dove le opportunità restano modeste; e, nel contempo, poco ha dato a coloro che, pur lavorando, godono di salari da sfruttamento. Le poche misure di sostegno messe in campo risultano sbagliate e inefficaci, perché coprono una platea limitata e definiscono profili di occupabilità in base alla composizione familiare. Ma una persona non è da considerare non occupabile solo quando nel suo nucleo familiare ha un minore o un disabile, sarebbe un errore. Occorre tutelare i cittadini dalla povertà assoluta e introdurli nel mondo del lavoro, senza far diventare il sussidio un vitalizio, ma creando le condizioni per riprendere dal mercato quello che il mercato ha tolto loro. Riequilibrando la povertà dei molti con l’enorme ricchezza dei pochi. La più grande forma di ingiustizia sociale.

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