Il Pse, i nostri valori, le sfide del futuro. Il fondo del Segretario Enzo Maraio per l’Avanti!

 

E’ ripreso il dibattito attorno all’ipotesi di adesione del M5S al PSE. Mettiamo subito le carte in tavola: l’iter ufficiale per la richiesta di adesione al partito del socialismo europeo non è mai iniziato. Si dice anche che la trattativa politica vada avanti da oltre un anno ma è anche vero che da più parti, a iniziare dai vertici del PSE, si smentiscono nettamente queste voci. Ed era prevedibile che il dibattito, che ritorna periodicamente sin dalla scorsa legislatura, si faccia più pressante adesso, mancando due mesi al giro di boa della legislatura europea e al Parlamento Ue dove sono iniziate la manovre per il rinnovo delle principali cariche.

La crisi del socialismo europeo, che si è acuita con la crisi economica ma che ha radici più lontane e profonde, con la vittoria in Germania e il suo rafforzamento in Spagna, sembra risalire la china. Negli anni in cui le difficoltà economiche sembrava spingessero le democrazie occidentali a virare verso i valori fondanti della sinistra socialdemocratica europea, invece, avendo smarrito proprio quegli obiettivi, hanno rafforzato e alimentato i movimenti euroscettici e sovranisti: se i partiti che si richiamano al socialismo europeo non riconquisteranno spazi dentro l’alveo dei loro valori fondanti, sarà dura riconquistare l’autorevolezza e la missione di quando, nel 1992, all’Aia, l’Italia aderì con le firme degli allora segretari Bettino Craxi, Achille Occhetto e Carlo Vizzini.
E tra quei valori campeggia la suggestione che Filippo Turati chiamava “Stati Uniti d’Europa” e che oggi – insieme a una politica di difesa comune europea, con un’Europa che si metta nelle condizioni di guidare il processo di trasformazione dell’economia, che difenda lo stato di diritto e promuova i diritti umani – consentirebbe di fronteggiare l’Internazionale Nera promossa da Salvini e dai leader europei come Orbàn, Morawiecki e la Le Pen, con i quali la destra italiana continua ad andare a braccetto. Dunque, rafforzamento della dimensione politica dell’Europa e più socialismo democratico e umanitario. E al contempo, lavorare, nel campo progressista e riformista, per sottrarre terreno alle politiche populiste che hanno minato il campo della democrazia, alimentando l’odio sociale. Bruciano ancora le ferite che dal ‘vaffa day’ a oggi sono state inferte alla democrazia italiana, al grido di ‘tutti a casa’ e nel tentativo di corrodere, soffiando sul fuoco del disagio sociale, il sistema politico tradizionale dei partiti.
E se è vero che è ancora immaturo il processo di trasformazione del M5S da movimento antisistema a partito meno di lotta e più di governo, la strada verso l’adesione al PSE ci sembra decisamente ancora più lunga e tortuosa.

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