Il Governo delle lobbies energetiche

di Enzo Maraio
La scelta di rivedere il Testo unico ambientale è un nuovo colpo di piccone che questo governo mette a segno. Del resto non è stato l’unico. Ma quest’ultimo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, definisce sempre di più i contorni di un progetto che tende a favorire i privati a danno della comunità. Non solo, è anche un modo per consentire ai partiti di centrodestra di occupare cariche di sottogoverno indispensabile per estendere il proprio potere e consentire una maggiore agibilità politica. Sono trentadue gli esperti chiamati a Palazzo Chigi per rendere lo strumento legislativo sull’ambiente più duttile e vicino agli interessi delle industrie costruttrici e petrolifere. E’ inutile dire che per noi il principio della transizione ecologica è fondamentale. Raggiungere cioè gli obiettivi climatici fissati dall’accordo di Parigi del 2015. Quello che ne ha posto le basi necessarie che da una parte dovrà conseguire la neutralità climatica entro il 2050 e dall’altra ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli registrati nel 1990. Obiettivi quanto mai necessari, considerate le continue alluvioni che stanno devastando sempre con maggiore intensità il nostro Paese e per le quali il Governo, ma anche i precedenti, hanno eliminato l’unica struttura efficiente che stava operando con efficacia nelle aree più a rischio del Paese, ovvero la struttura di missione “Italia Sicura”. E la poca attenzione sul dissesto da parte del Governo è dimostrata anche dal fatto che a circa duecento giorni dall’alluvione dell’Emilia-Romagna non è stato erogato nemmeno un euro per quell’economia e quei territori colpiti mortalmente dalla furia delle piogge. Al contrario questo Governo continua a negare l’incedere dei cambiamenti climatici e ovviamente lo fa unicamente per favorire lobby di potere. Le stesse che trarrebbero benefici dallo smantellamento della sanità pubblica, della scuola e in generale dalla demolizione dello stato sociale. Un pericolo che nessuno di noi può far finta di non vedere. Il Partito socialista, dopo gli stati generali di Roma, ha dedicato uno dei cinque quesiti proprio all’ambiente. Sicuri che questo sia uno dei temi portanti delle politiche del presente e soprattutto del futuro. Su questi temi abbiamo lanciato la sfida all’intero centrosinistra. Raccogliere firme nelle piazze italiane per porre un argine a chi non vuole guardare oltre il presente. Infine, vorrei ricordare al Ministro Gilberto Pichetto Fratin che è stato chiamato a guidare la transizione ecologica e non a smantellarla.

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