Il generale inverno

di Enzo Maraio

Le grandi manovre in vista delle Europee continuano a scuotere il centrodestra. Il leader del carroccio Salvini ha capito che il caso Vannacci poteva essere l’occasione giusta per risalire la china, dopo le notizie di poche settimane fa che lo davano in preoccupante calo di iscritti e di consenso. Come? Coprendosi di più a destra e provando ad attirare più attenzione da una destra più frontista, dove l’omofobia non è uno scandalo ma la parola “diritti” invece sì, che ora inizia ad essere più delusa da Giorgia Meloni. L’attacco a Crosetto è stato il primo segnale che Salvini ha voluto inviare alla Premier che, sul caso, ha scelto invece di tenere un profilo basso. Eccolo qui il centrodestra di governo, in tutta la sua verità, che gioca il derby ideologico sulle parole di Vannacci, con una Italia lasciata sempre più sola, con una inflazione alle stelle e il carrello della spesa sempre più leggero. Ognuno gioca la sua personale partita per potersi accaparrare fette di elettorato e di potere. E poco importa del destino dell’Italia. In tutto questo la Meloni sembra cominciare a perdere l’appeal verso il Paese e a barcamenarsi, apparendo come una canna di bambù al vento. La sua voce si è alzata solo ai comizi di Vox in Spagna, ma in Italia riesce a non dire nulla su tutte le storture che si sedimentano giorno dopo giorno. E il suo cerchio magico continua a giocare sulla pelle delle famiglie italiane in una perenne campagna elettorale stucchevole e volgare. Così, in questo quadro astratto, un lampo di luce consente a qualche ministro di capire che il Paese è alla frutta. Il Ministro Giorgetti, che si dovrà occupare della manovra fiscale e della legge di stabilità, ha già messo le mani avanti avvisando che non bisogna attendersi miracoli. Al Ministro bisognerebbe far sapere che nessuno di noi aveva immaginato che questo Esecutivo fosse attrezzato per farli. Anzi. Del resto lo avevamo annunciato già qualche tempo fa da queste colonne, quando trionfalmente si parlò di impennata degli stipendi: in quella occasione, noi mettemmo in guardia il Governo pregandolo di non alimentare false speranze. E oggi cosa accade? Semplice, che confermare il taglio del cuneo fiscale in scadenza a fine anno significa togliere, immediatamente da gennaio, i cento euro sbandierati dal Governo a circa quattordici milioni di buste paga. Con il costo della vita che sale, con l’economia del turismo – una nostra grande risorsa e ricchezza – paralizzata in questa estate che doveva segnare la ripresa, significa che la nostra economia dispone di meno soldi. E dopo una estate bollente, precipitare in un inverno freddissimo sarà come cadere dalla padella nella brace.

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