I ministri si confessano al Meeting di CL. Giorgia, i conti non tornano

di Giada Fazzalari

Sul tavolo della politica, al rientro dalle ferie a settembre, ci sarà un dossier rovente che coinvolge gli scenari macroeconomici del Paese. I conti italiani non tornano e a confermarlo, in modo esplicito, sono proprio due tra gli esponenti più di spicco di questo Esecutivo, che al Meeting di Comunione e Liberazione, dove si sono dati appuntamento titolari e riserve dei vari dicasteri, sono stati protagonisti di una passerella, diventata subito una sorta di confessione collettiva (che il luogo, obiettivamente, era adeguato). Nel luogo dell’espiazione, a srotolare il rosario del mea culpa, ha cominciato il Ministro dell’Economia, il leghista Giorgetti, comunicando urbi ed orbi che i soldi per fare tutto ciò che per otto mesi si è promesso a destra e a manca, semplicemente non ci sono, cominciando ad indorare la pillola (per dirla elegante) in vista di nuovi “sacrifici” del tutto prevedibili. Gli ha fatto eco il Ministro Fitto (di cui si ricordano le gesta sulla gestione dei fondi Pnrr) che ha dichiarato che senza un accordo in Europa, il Patto di Stabilità, con le stringenti regole su deficit e debito, sarà un problema per l’Italia. Tutto fa pensare che non soltanto ci troveremo, in autunno, nelle condizioni che non ci consentiranno di fare una manovra espansiva, ma lo scenario più probabile è che servirà correggere i conti in itinere, con tagli indiscriminati fatti con l’accetta.  Ora il rischio è che riparta l’austerity, ed allora adieu ai sogni di gloria della destra. C’è chi pensa che lo scontro ideologico sul generale Vannacci – Crosetto che lo attacca, Salvini che lo sostiene – sia solo l’inizio dello scontro tra i due principali partner di Governo. Se la priorità di Meloni è confermare il taglio del cuneo fiscale, quella di Salvini sono le pensioni (e il titanico Ponte sullo Stretto). Nella battaglia del tutti contro tutti, anche Forza Italia ha le sue richieste. Uno scontro tutto giocato in casa, senza considerare che si sono fatti i conti senza l’oste, l’Europa. Con una coperta che fino ad ora si è rivelata troppo corta. Certo è che a Bruxelles vanno dritti per la loro strada. E forse è venuto il momento di rivedere il libro dei sogni che la destra ha scritto in campagna elettorale. E che gli italiani non leggeranno mai.

Ti potrebbero interessare