Guerra e freddo: la vita dei bambini a Gaza è un inferno

di Rocco Romeo

Freddo, fame e disperazione: l’infanzia negata ai più piccoli tra le macerie di una crisi umanitaria senza fine. A Gaza, l’inferno non è solo quello delle bombe e della devastazione, ma anche quello del freddo, della fame e della disperazione. Con l’inverno alle porte, migliaia di bambini si trovano a combattere una guerra che non hanno scelto, subendo le conseguenze di una crisi umanitaria senza precedenti. “Non ho più pannolini per mio figlio o vestiti, devo usare un sacchetto di plastica. Viviamo in una tenda in condizioni estreme, i miei figli dormono senza nemmeno un letto” racconta una madre, il cui dolore riecheggia nelle storie di tante famiglie costrette a sopravvivere sotto le macerie. Le immagini che arrivano da Gaza raccontano una realtà fatta di tendopoli sovraffollate, senza accesso all’acqua potabile, al cibo o ai servizi igienici. Le famiglie sono costrette a fare i conti con una sopravvivenza precaria: i più vulnerabili, come i bambini, pagano il prezzo più alto. È una infanzia spezzata. Secondo le organizzazioni internazionali, la situazione è tragica. Più della metà della popolazione di Gaza è composta da bambini, e molti di loro hanno perso genitori, fratelli o amici sotto i bombardamenti. A questi traumi si aggiunge il freddo incombente: mancano coperte, vestiti e riscaldamento. L’isolamento di Gaza, aggravato da un blocco quasi totale delle forniture umanitarie, impedisce l’arrivo di aiuti essenziali. “Non possiamo portare dentro cibo o medicine sufficienti, figuriamoci beni come vestiti invernali,” spiega il rappresentante di un’organizzazione umanitaria. Le Ong presenti nella regione lanciano continui appelli alla comunità internazionale. “Ogni giorno che passa senza interventi concreti si traduce in morti evitabili. I bambini stanno morendo non solo per le ferite, ma per fame, sete e freddo,” denunciano. Tuttavia, l’impasse politica e l’indifferenza di molti governi stanno rendendo sempre più difficile alleviare le sofferenze di questa popolazione martoriata. È una responsabilità di tutti. Di fronte a questa emergenza, è impossibile restare indifferenti. La tragedia di Gaza non è solo una questione geopolitica, ma una crisi umanitaria che colpisce l’intera umanità. Ogni bambino costretto a dormire al gelo, ogni vita spezzata dalla guerra è una sconfitta per tutti noi. I bambini di Gaza non chiedono altro che un’infanzia normale: andare a scuola, giocare, sentirsi al sicuro. Oggi, invece, vivono un incubo quotidiano. L’umanità ha il dovere di agire. Non c’è più tempo da perdere. I bambini di Gaza meritano di vivere, non di sopravvivere.

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