di Nautilus
C’era una volta il Televideo, per qualche anno lo guardarono milioni di italiani, perché quel “rullo” di notizie ti aggiornava di continuo sugli eventi di stretta attualità. Poi sono arrivati i social, il Televideo esiste ancora, lo guardano in pochi, ma gli attuali leader è come se avessero introiettato quella logica: le loro scelte sono dettate dal minuto per minuto e dopodomani è già una meta lontana. È questa la logica che ispira il Governo nel promuovere il cosiddetto premierato. Le norme quadro che andrebbero inserite in Costituzione sono scritte senza alcuna sapienza normativa e l’unico obiettivo è quello di dimostrare decisionismo e una coerenza col programma elettorale. Il progetto punta all’accentramento del potere nelle mani dell’Esecutivo, rendendo il Presidente del Consiglio ancora più potente di quanto non sia oggi. In una recente intervista uno dei pochissimi saggi presenti sulla scena pubblica in Italia, Rino Formica, ha fatto un’osservazione sulla psicologia degli italiani, che hanno sempre cercato dei laeder ma diffidano assai quando quegli stessi leader vogliono diventare padroni. Osservazione acuta. Nel 2016 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi affrontò baldanzosamente il referendum sulle riforme istituzionali da lui promosse, ma gli elettori scambiarono quella “chiamata” per un plebiscito e lo affondarono. Per sempre. Ma il precedente che dovrebbe pesare di più è un altro. Nel 1953 l’unico vero statista che l’Italia abbia avuto, Alcide De Gasperi, fece approvare una riforma elettorale che attribuiva il 65 per cento alla lista o alla coalizione che avesse superato il 50 per cento. Socialisti e comunisti parlarono di “legge truffa” e a ragione, perché quel premio era troppo alto. Ma soprattutto quella preoccupazione fu condivisa dalla maggioranza degli italiani che, sia pure per un soffio, attribuirono la maggioranza dei voti ai partiti contrari alla coalizione di governo. Per una volta De Gasperi aveva fatto un azzardo: persino un accentramento di potere nelle mani di un leader così democratico, fu visto dagli italiani come un pericolo. Come ha profetizzato Formica, un referendum su quel testo finirebbe per “travolgere” il Governo. C’è da credergli.