“Si tratta del primo vero provvedimento politico di questa legislatura, che rientra tra i primi cinque obiettivi che il Governo di centrodestra si è dato, già dalla campagna elettorale. Un’opera che faciliterà il trasporto, non danneggia l’ambiente e renderà il Sud finalmente competitivo nel confronto con il resto del mondo, grazie anche allo sviluppo economico dei comparti produttivi che ripartiranno, aiutando migliaia di aziende a competere alla pari con il resto del Continente”. È questa la sintesi del colloquio del leghista Domenico Furgiuele con l’Avanti! della domenica. Una disamina a tutto campo sul valore dell’opera pubblica italiana più discussa degli ultimi decenni. “Bisogna dare atto a Salvini – dice – perché è una decisione che viene da lontano. Ora dalle parole si passa ai fatti”. Davanti all’accusa di essere un’opera priva di finanziamenti, Furgiuele puntualizza: “Tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale Def trovano sempre copertura nella legge di Bilancio dell’anno successivo. Il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento risorse che, per il finanziamento di quest’opera saranno messe a disposizione dalle Regioni a valere sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; con l’individuazione della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato con la finanziaria 2024; con i finanziamenti contratti sul mercato con la Banca europea degli investimenti e con Cdp”. Altra questione a tenere banco nel confronto con “i detrattori che mettono in giro bugie e falsi miti” è quella ambientale, che il relatore del decreto sullo Stretto smonta così: “Quest’opera è stata progettata per avere un impatto minimo nell’ambiente. Il fatto stesso che sia stata pensata con i soli piloni in terraferma ne è la riprova. Inoltre si deve tener conto che il collegamento ferroviario inquina un terzo in meno rispetto al trasporto marittimo. Il ponte sarà un’opera pienamente sostenibile, che consentirà di ridurre di 140 mila metri cubi la CO2 emessa in atmosfera. La riduzione dell’inquinamento – spiega Furgiuele – porterà giovamento specie agli abitanti di Villa San Giovanni e di Messina, che hanno pagato negli anni un tributo carissimo in termini di salute. Dati scientifici e clinici alla mano: il numero altissimo di pazienti oncologici che si è riscontrato in quelle zone, purtroppo, lo testimonia”. Furgiuele non risparmia critiche né “alla politica dei tecnocrati e dei no, che nel 2011 con Monti bloccarono l’opera”, ne’ alle opposizioni di oggi: “Sospetto che ci sia da una parte di chi dice no più la volontà di replicare il solito copione che si va ripetendo da decenni e cioè un preconcetto ideologico, piuttosto che una vera convinzione rispetto alla valutazione della bontà dell’opera”
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