DOCUMENTO DELLA DIREZIONE NAZIONALE SULLA GESTAZIONE PER ALTRI

 

In Italia si sta sviluppando un dibattito esclusivamente ideologico sulla maternità surrogata o gestazione per altri. Si chiedono interventi normativi che vanno oltre il divieto già esistente, si invoca un reato universale, giuridicamente inapplicabile e il non riconoscimento giuridico dei figli e delle figlie delle coppie italiane che fanno ricorso all’estero a tale pratica.

Il divieto di maternità surrogata commerciale è già in vigore in Italia; è previsto dall’ art. 12 della legge 40 (2004) sulle “Norme sulla procreazione medicalmente assistita” ed è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.

1. Il principio della laicità delle Stato non consente allo Stato di insinuarsi nelle vicende personalissime delle persone. In questo sta la differenza tra Stato etico e Stato di diritto liberale. Lo Stato di diritto liberale deve garantire, attraverso regole chiare, che tutto questo processo avvenga nella piena libertà, nella certezza della autodeterminazione del soggetto o dei soggetti coinvolti, nell’assenza di una scelta determinata dal bisogno.

Il compito dello Stato di diritto liberale si ferma a questo punto mentre lo Stato etico prosegue continuando a voler indirizzare e impedire le scelte soggettive nel più totale disprezzo delle determinazioni individuali.

2. La proibizione universale è inutile, pericolosa, sbagliata:
inutile nella sua infondata ambizione di valere anche per altri Paesi;
pericolosa per la portata simbolica di un divieto usato per i reati contro l’umanità (leggi genocidio) che stigmatizza le donne e segna pesantemente chi nasce;
sbagliata perché alimenta un mercato clandestino lasciando i soggetti più vulnerabili in una situazione persino di maggiore vulnerabilità;
profondamente sbagliata perché mette in questione il principio di laicità: un personale convincimento morale non può prevaricare quelli di altri.

3. Nessuno può entrare nel merito delle scelte individuali di chi sceglie di avere un figlio attraverso la gestazione di un’altra persona o ancora della donna che decide di mettersi a disposizione per una gravidanza per conto terzi, quando questo sia frutto di una libera e consapevole scelta.
Noi socialisti riteniamo che si debbano cercare soluzioni diverse dal neoproibizionismo universale, soluzioni ispirate ad una idea di diritto leggero che si collochi in una via di mezzo tra il divieto assoluto e l’assenza di regole.

Chiediamo quindi che la maternità surrogata o gestazione per altri venga normata secondo regole chiare, rispettose dei principi di libertà, autodeterminazione, laicità, attente a prevenire abusi, costrizioni determinate dal bisogno e soprusi.

Soprattutto noi socialisti chiediamo il pieno rispetto, da parte dei Paesi che ne sono firmatari, delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani dei minori e la promozione, a livello nazionale e internazionale, di iniziative che conducano al riconoscimento dei diritti di bambini e bambine alla identità personale e alla loro tutela, indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo.

In considerazione dell’avvio della discussione parlamentare, prevista per il prossimo 19 giugno, la Direzione decide di costituire un coordinamento, che seguirà l’evoluzione del relativo dibattito e delle scelte che seguiranno, elaborando proposte nel merito rappresentative dei principi e dei valori di libertà, da sempre patrimonio dei socialisti.

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