Con l’unità a sinistra sconfitta la macchina del potere di Meloni

di Gerardo Labellarte

Benché ottenuta per poche migliaia di voti la vittoria di Alessandra Todde in Sardegna è straordinaria. Innanzi tutto perché la candidata, grazie alle sue qualità personali e alla sua determinazione, è stata fondamentale per la vittoria, aggiungendo un contributo significativo di voti a quelli delle liste che la sostenevano, a differenza del suo competitore. Grazie anche a questo contributo, oltre che alla coesione delle forze di centrosinistra, è stata sconfitta una robusta e spregiudicata macchina di potere centrale e locale, guidata da una leader sempre più arrogante e sostenuta da un  poderoso apparato mediatico propagandistico a reti pressoché unificate. Basti pensare alla doppia apparizione della Meloni nei programmi di Bruno Vespa in uno dei giorni più delicati della campagna elettorale.  Il centrosinistra vince nonostante il pesante fuoco “amico” dell’ex presidente Soru che ha mancato miseramente tutti i suoi obiettivi. Due osservazioni a margine. La suggestione terzopolista fallisce per l’ennesima volta, e non può che essere così, in presenza di leggi elettorali che spingono, o meglio costringono, al bipolarismo. Leggo che il surreale Calenda, dopo aver  proclamato in un primo momento che “la nostra strada non cambia”, l’ha poi cambiata subito, dichiarando che non farà più esperienze di “terzo polo” nelle elezioni regionali. Bene, meglio tardi che mai. Speriamo non arrivino altre giravolte, alle quali ci ha ormai abituato. Infine i socialisti. Il PSI, grazie allo straordinario impegno di Mondino Ibba, di Gianfranco Lecca e di tutti i militanti sardi, torna in Consiglio Regionale. Grazie anche al lavoro del giovane gruppo dirigente nazionale, Enzo Maraio in testa, che ha saputo rinnovare, ma senza emarginare nessuna delle tante risorse presenti nel mondo socialista. E che soprattutto tiene fermi tre caposaldi: autonomia politica assoluta, salda e coerente collocazione nel centrosinistra, ferma e convinta adesione al socialismo europeo e internazionale. Adesso lavoreremo insieme per vincere anche in Abruzzo, Basilicata e nelle scadenze che verranno. Ci pensino bene quei dirigenti o militanti, ex segretario nazionale in testa, che in nome del liberalismo, del neocentrismo o del terzopolismo, inseguono avventure solitarie in casa d’altri, con Calenda o con chicchessia. Potremmo dire “meglio perderli che trovarli”, almeno la nostra iniziativa sarebbe più lineare e chiara. Ma chiediamo invece a loro, e a tutti i socialisti che vogliono essere tali, di tornare a lavorare nella vecchia cara casa comune. Ricostruita.

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