Basta precariato nella Pa

di Paolo Castronovi

C’è una frase che ripete spesso Claudio Signorile: “il socialismo non è un ideale ma è una civiltà”. Essere socialisti oggi, come ieri d’altronde, significa appartenere ad una civiltà certamente complessa, un po’ anarchica. Significa essere sempre dalla parte degli ultimi, ma non per commiserarli, bensì per creare le condizioni affinché chiunque possa ambire a raggiungere gli obiettivi desiderati; non è un pensiero recente: da sempre i socialisti hanno indirizzato la loro azione in tal senso. È un caso che le politiche sanitarie, della scuola pubblica ed anche industriali stiano segnando il passo? No, è la conseguenza dell’assenza dei temi socialisti dall’agenda politica nazionale. E gli effetti purtroppo si vedono. Basta vivere il dramma di chi deve fare un esame diagnostico nel sistema sanitario pubblico o di chi vorrebbe dare ai propri figli la possibilità di studiare oltre la scuola dell’obbligo. Altro tema significativo è quello ambientale, dove la mancanza ormai trentennale di una politica industriale, condivisa con le parti sociali, si sente. È imprescindibile oggi coniugare il diritto alla salute, alla tutela ambientale ed il diritto al lavoro, ma lo Stato è spesso assente. Ci sono da fare molti investimenti ed il PNRR può essere di grande aiuto per sostenere le imprese italiane che affrontano la transizione ecologica e vogliono rilanciare la politica industriale. Un esempio è Acciaierie d’Italia; ha il più grande stabilimento d’Europa a Taranto. Qui si produce acciaio in bramme che è un semilavorato e acciaio finito in rotoli e tubi. La produzione in sofferenza di contratti commerciali è quella del prodotto finito, che è anche la più pulita. Un Governo attento dovrebbe sostenere la commercializzazione di quest’ultimo, aumentando l’occupazione e riducendo le fasi più inquinanti. Ma ciò non avviene per diverse ragioni, non ultima quella economica dell’impresa. Noi socialisti facciamo da sempre politica accanto ai cittadini, vivendo con loro il disagio quotidiano e dobbiamo continuare a farlo ancora più intensamente. C’è un’altra battaglia che mi impegna molto ed è quella contro il precariato nella pubblica amministrazione. Nessuno ha mai pensato che un Comune come il mio, titolare di tre società interamente partecipate, potrebbe gestire internamente gran parte dei servizi comunali non straordinari. Ho in tal senso proposto e fatto approvare in consiglio comunale una mozione in cui indichiamo agli uffici di verificare, in sede di rinnovo degli appalti, se vi sia la possibilità di un affidamento ad una delle tre società partecipate. L’affidamento diretto secondo le regole previste dal codice degli appalti comporterebbe anche una stabilizzazione dei lavoratori, legati all’appalto per la clausola sociale.

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