Basilicata: i socialisti al PD, basta giochetti serve politica

di Redazione

In Basilicata il PSI c’è ed è pronto a scendere in campo per le prossime elezioni regionali. Il 4,8% registrato dal recentissimo sondaggio Winpool, commissionato da Arcadia, testimonia l’esistenza di un presidio socialista desideroso di esprimersi. Altrettanto rilevante il dato su Livio Valvano, direttore dell’Avanti! on_line e segretario regionale del PSI, già Sindaco della città di Melfi, dal 2011 al 2021, che si attesta al secondo posto, alle spalle dell’attuale Presidente in carica della Provincia di Matera, Piero Marrese, esponente del PD. È nota la posizione dei socialisti lucani nella discussione pre-elettorale. Una posizione molto critica nei confronti del PD lucano che sembra voler rinunciare ad appoggiare la nuova classe dirigente del centrosinistra. Il PD, spaccato al suo interno, a maggioranza vorrebbe proporre un candidato civico, Angelo Chiorazzo, fondatore della cooperativa Auxilium che in molte Regioni italiane, compresa la Basilicata, gestisce servizi in convenzione con la sanità regionale e centri di accoglienza per i migranti. Una proposta indigesta per il Movimento 5 Stelle lucano, che ha rappresentato la difficoltà di convergere su un candidato, apparentemente civico, portatore di interessi legittimi ma oggettivamente e naturalmente confliggenti con il sistema Regione della Basilicata. I socialisti, già a partire dal congresso regionale del 31 marzo scorso, hanno proposto le primarie perché consapevoli della necessità di legare le diverse parti che potrebbero convergere su un progetto politico-programmatico alternativo alla destra lucana, che non ha soddisfatto le aspettative dei cittadini. Il PD, nonostante la previsione delle primarie nel suo statuto, si sottrae senza alcuna motivazione ufficiale, puntando sul trascorrere del tempo e sull’assenza di alternativa da parte delle altre forze che potrebbero comporre la coalizione, nella speranza di poter ottenere, “con la forza” degli ambienti romani, la coattiva adesione del Movimento 5 Stelle lucano. È nota la diffidenza dei socialisti all’utilizzo dello strumento delle primarie, ma proprio in situazioni come quella della Basilicata, dove è necessario costruire un nuovo progetto con la selezione di una nuova classe dirigente, le primarie aiuterebbero ad incontrare l’elettorato, a coinvolgerlo nel confronto tra progetti alternativi e a scegliere la candidatura più convincente. A partire dagli esponenti dello stesso PD e del Presidente della Provincia di Matera, tutt’ora in carica, il Sindaco di Montalbano, Piero Marrese, esponente di una nuova classe dirigente di amministratori che c’è ed è vitale. Una classe dirigente che vorrebbe provare a lavorare su un nuovo progetto che veda la politica assumere il ruolo centrale che le spetta. Il civismo come portatore di valore aggiunto viene spesso strumentalizzato per offrire una parvenza di nuovismo che, come l’esperienza insegna, normalmente nasconde un tentativo di restaurazione di gruppi dirigenti e singoli esponenti degli stessi partiti. Non è accettabile imporre scelte prive di un largo consenso su base regionale; una coalizione coatta condurrebbe alla sconfitta certa. Le Regioni rappresentano quell’ambizione di autonomia dei territori, i cui destini non possono essere determinati da poche persone, che decidono degli equilibri dei partiti nazionali, condizionati da una distorsiva legge elettorale. E’ proprio questa la deriva che sta prendendo piede, in Basilicata come altrove. La valutazione degli esiti elettorali, di quali esponenti risulterebbero vincitori delle elezioni regionali, nella successiva dinamica delle politiche e cioè quale presidente eletto e quale gruppo di potere, all’interno dei partiti, sarebbero poi in grado di determinare e influire sulle posizioni eleggibili per il Parlamento. Il perverso “listino bloccato” che fa del Parlamento un’assemblea di nominati anziché di eletti, frutto di una trasversale intesa. Una malattia cronica che condiziona la massima assise democratica del Paese e che produce il risultato di “ammazzare la politica” e allontanare da essa i cittadini. E’ una deriva segnalata dai socialisti, fortemente critici e distanti dal PD lucano, pronti a prendere altre strade in assenza di correzioni.

Ti potrebbero interessare