Aprirci al futuro senza nostalgia

di Enzo Maraio

Il prossimo week end a Roma terremo gli Stati generali del socialismo, una iniziativa che si innesta su un percorso di rinnovamento avviato a partire dai territori e dai temi, che continuerà ancora nei prossimi mesi. Non sarà un revival e non ci limiteremo alla memoria. Abbiamo speso gli ultimi 30 anni a provare a riunire la diaspora socialista, con scarsi risultati. Non può essere solo questo l’obiettivo. Intanto, riunirsi intorno alle idee. E’ benvenuto chi ci crede e vuole dare una mano per guardare al futuro e aprirci all’esterno, facendo leva su una nuova generazione di socialisti, amministratori e dirigenti giovani e donne, che lavorano nelle città e rappresentano il Psi senza retaggi del passato o nostalgismi. A Roma non ci sarà la riunione dei gruppi dirigenti, ma sarà l’occasione per declinare valori di ieri e di domani. Parleremo prima di noi, poi di possibili alleanze e di come rimettere in pista un centrosinistra credibile che sappia fare tesoro degli errori e delle sconfitte elettorali ma che lavori per cambiare tutto. Senza una iniziativa comune di tutte le forze democratiche, riformiste e liberali, come ho scritto giorni fa ai leader dei partiti del centrosinistra, le sconfitte possono cambiare radicalmente il volto del Paese, mettendo a repentaglio il futuro di chi, oggi, ci chiede protezione sociale, la parte fragile del paese che il Governo Meloni ha deciso di non vedere, tra diritti civili ignorati e quelli sociali mortificati. La nostra risposta è stata debole e confusa: senza una coalizione nazionale chiara, siamo andati in ordine sparso nelle alleanze nei territori. Questo ha finito per disorientare l’elettorato, ma anche i nostri dirigenti ed amministratori locali, perdendo consensi. Vanno rimessi al centro della nostra agenda il lavoro, l’inclusione sociale, le battaglie contro ogni forma di discriminazione, tutelando in particolare i giovani, che restano il nostro capitale umano. Solo con questo cambio di passo saremo pronti alla importante tornata elettorale del prossimo anno: Europee, circa 4000 Comuni, le Province se passa la riforma e una manciata di importanti Regioni chiamate al voto. Non possiamo permetterci di sbagliare ancora, ne’ di perdere altro tempo prezioso. Di questo, e non soltanto di questo, discuteremo il 22 e 23 Luglio al Monk di Roma.

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