2024: ATTACCO ALL’EUROPA

di Lorenzo Cinquepalmi

L’Europa unita è stata il sogno di tanti: da Turati, a Colorni, Spinelli e Rossi, a De Gasperi, Adenauer e Schumann. Il cammino verso la federazione europea, cresciuto tra accelerazioni e frenate, oggi segna il passo, in una situazione politica generale sfavorevole all’ultimo strappo verso definitive cessioni di sovranità all’Unione. Alla crescita del peso elettorale di forse euroscettiche, soprattutto di destra, corrispondono iniziative ostili di stati membri come l’Ungheria, sempre di traverso, la Polonia, che ha addirittura dichiarato incostituzionale il sistema giuridico comune, ai paesi baltici che, insieme ad altri, tra cui, incredibilmente la Danimarca, sono nostalgici di muri e frontiere. La geopolitica mondiale è profondamente cambiata: c’è di nuovo una guerra tra europei a un migliaio di chilometri dal cuore del continente, mentre il peso economico dei paesi europei nel mondo è in calo costante. Nel 1970 la Germania era la terza economia mondiale, e Francia, Gran Bretagna, Italia occupavano i posti dal quinto al settimo; i quattro paesi, sommati, erano secondi dopo gli USA; nel 1995, entrata la Spagna, il PIL dei cinque paesi era quasi pari a quello americano. Oggi, retrocessi tutti e uscita la Spagna, col sorpasso cinese sugli USA in corso, la somma delle quattro maggiori economie d’Europa non può più insidiare la vetta. In questo scenario, che l’Europa diventi un soggetto unitario nella geopolitica mondiale rappresenta l’unica possibilità per tutti gli europei di evitare la completa emarginazione del nostro modello di società: democratica, solidale, progressiva. Non meraviglia che nelle nazioni europee vi siano forze nemiche della democrazia, della solidarietà e del progresso; meraviglia, però, che chi, invece, sostiene questo modello, non sappia unirsi in questa che è, ormai, la vera battaglia tra due domani profondamente diversi tra loro.

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