“Un anno passato in una cella, privato della sua libertà, temporaneamente privato della sua vita; un anno di vita cancellato. Un giovane studente, impegnato a costruire il suo futuro, sensibile all’affermazione dei diritti umani. Colpevole per essere stato un attivista nella campagna elettorale contrapposta al regime illiberale Egiziano”. Così in una nota il portavoce del Psi, Livio Valvano, a un anno dall’arresto in Egitto del ricercatore italiano Patrick Zaki.
“Navalny in Russia, Patrick Zaki in Egitto e tanti altri nei Paesi dove la dimensione fondamentale che qualifica la vita di ogni individuo, la libertà, è vissuta e gestita come un pericolo”- ha aggiunto Valvano secondo cui “a volte diamo per scontati i diritti che abbiamo ereditato grazie ai prezzi pagati, nel secolo scorso, da valorosi cittadini che hanno, con ostinazione, abbattuto un regime autoritario liberticida, il nazi-fascismo. Dobbiamo sconfiggere l’assuefazione, proprio noi che abbiamo nella memoria dei nostri nonni le sofferenze dovute alla privazione delle libertà politiche, di opinione, di espressione. Abbiamo il dovere di batterci per le popolazioni e i singoli individui oppressi da regimi liberticidi, come fecero per noi altri popoli.
Il permanere dello stato di prigionia di Zaki ci renderà giorno dopo giorno sempre più assuefatti e disponibili ad accettare ogni forma di privazione di libertà nelle forme più subdole.
Il rischio e i pericoli che incombono sugli interessi economici in gioco – ha concluso – non possono spiegare ne’ calmare le nostre coscienze. Il Governo italiano e l’Europa battano un colpo”
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