Intervista a Cristiana Maceroni, vice segretaria provinciale Psi Rimini
di Giada Fazzalari
Cristiana Maceroni è vice segretaria provinciale del Psi di Rimini. La reazione del governo israeliano dopo il 7 ottobre di quasi due anni fa si è abbattuta sul popolo palestinese in modo drammatico, causando una strage di civili che ha superato i sessantamila morti. Cristiana, insieme ad altri militanti socialisti, si è battuta, anche scendendo in piazza, a difesa di un popolo “privato della sua libertà da oltre 80 anni” – ha detto all’Avanti! della domenica. Il 21 giugno aveva partecipato alla manifestazione nazionale promossa dalla Rete Pace e Disarmo a Roma e in quell’occasione aveva acquistato la bandiera della Palestina che, rientrando a Rimini, aveva esposto sul terrazzo di casa. Lì l’evento che l’ha scossa e che ha voluto raccontare agli organi di stampa.
Allora, cosa è successo?
«Ricevo un’email che anticipava una raccomandata dell’amministratore del mio condominio in cui mi si invitava a rispettare il regolamento condominiale, in cui si dice espressamente che non si possono esporre oggetti dal terrazzo. Un oggetto generico, non la bandiera».
Come l’hai presa quando hai ricevuto questa lettera?
«Sono rimasta molto male sia per il modo con cui mi era stato comunicato l’invito a rimuovere la bandiera, sia perché abbiamo una chat condominiale in cui continuamente vengono mandati messaggi per qualsiasi cosa e nessuno dei condomini aveva mai parlato di questo divieto. Nessuno, poi, mi aveva mai detto verbalmente nulla».
Pensi sia stato un gesto ordinario o straordinario?
«Penso piuttosto che per qualcuno, nel palazzo e nel quartiere, che sia stata esposta una bandiera della Palestina, che ovviamente ha un significato simbolico di solidarietà con il popolo palestinese che in questo momento sta attraversando una crisi umanitaria veramente senza precedenti, dia fastidio».
Come ti sei sentita?
«Mi sono sentita isolata e giudicata per il gesto di solidarietà che ho voluto fare apertamente».
Pensi che in generale dopo ventidue mesi di strage, la percezione dell’opinione pubblica sia un po’ cambiata rispetto alla fase iniziale?
«A volte anche in maniera un po’ ipocrita è stato ammesso, dopo sessantamila morti, che c’è un problema in Palestina. Pedro Sanchez e adesso recentemente Macron hanno detto che riconosceranno lo stato palestinese, quindi qualcosa è cambiato ma nell’opinione pubblica generale noto mancanza di coraggio perché purtroppo prendere una posizione in questo senso per alcuni vuol dire stare dalla parte di Hamas, quindi stare dalla parte dei terroristi».
Cosa pensi delle sanzioni all’inviata Onu Francesca Albanese?
«È molto grave che le recenti sanzioni a Francesca Albanese da parte degli Stati Uniti non siano state in nessun modo commentate, né il nostro governo ha preso una posizione chiara di difesa nei confronti di una funzionaria delle Nazioni Unite italiana».
Come giudichi il fatto che l’Italia non abbia riconosciuto lo Stato di Palestina con le argomentazioni della Presidente Meloni che dice sia controproducente?
«Mancanza di coraggio ma anche la chiara intenzione di voler mantenere rapporti economici con Israele. Assurdo non riconoscere l’apartheid che da ottant’anni vive quel popolo. Questa tragedia non va avanti da ventidue mesi, ma è una cosa che arriva da molto più lontano. Dopo così tanti morti e dopo così tanta disumanità nei confronti di questo popolo, ciò che servirebbe ora sono pace e giustizia. Ma in questo momento non si riesce neanche ad utilizzare gli aiuti umanitari perché restano bloccati alla frontiera. Questa è la cosa più grave. Usare la fame e la sete come arma di guerra».
L’impegno dei socialisti a favore della libertà e dell’autodeterminazione del popolo palestinese come si svilupperà?
«È emblematica la posizione della Spagna e di Pedro Sánchez che è un socialista, che fa parte come noi del Pse, quindi il fatto che anche lui abbia riconosciuto lo stato della Palestina è un gesto fondamentale affinché i socialisti di tutto il mondo, e quindi anche i socialisti italiani, spingano in questo senso. Noi abbiamo portato avanti quella campagna, “Stop Bombs on Children”; è stato un atto di coraggio che non ha avuto precedenti anche nel confronto con gli altri partiti. Mi auguro che ci sia la volontà di seguire le indicazioni del Partito Socialista Europeo, quindi di riconoscere lo Stato della Palestina e di dare finalmente dignità e libertà a questo popolo martoriato».