Uccide ladro. Nencini, Salvini non può fare il tifo, ma capisco il commerciante esasperato

“Il bisogno di giustizia invoca punizioni severe. La giustizia deve ispirarsi ai principi della ragionevolezza, della proporzionalità, della prudenza. La ragione, lo sa bene il giudice, deve spalancarsi sia sulla realtà regolata dal diritto che sul caso particolare e sugli effetti delle decisioni che si prendono. Temo che la vicenda che vede al centro Fredy Pacini entrerà nei libri di diritto”. Così in un editoriale Riccardo Nencini, segretario del Psi, riguardo la vicenda che ha coinvolto il commerciante di Monte San Savino, Fredy Pacini, che ha sparato a un ladro che tentava di introdursi nella sua azienda per un furto.  Tuttavia – prosegue Nencini – la giustizia non può essere cavalcata per motivi politici, mai, tantomeno in casi drammatici come quello di Monte San Savino. Perdere una vita  non può far gioire nessuno. Il ministro dell’Interno non può mettersi alla testa del tifo. Il suo compito è prevenire il crimine, garantire ordine e sicurezza”- sottolinea il segretario del Psi.  Resto ai fatti e alle dichiarazioni, mi avvalgo di quello che sappiamo. Furti su furti in azienda, un uomo che dorme da mesi nel capannone preoccupato che il furto si ripeta. Uno che vive così – si dice dalle nostre parti – ‘non vive da cristiano’. È sprofondato nella paura, vive alla giornata, costantemente all’erta. Dorme e vigila. È un uomo esasperato che ha perso fiducia nella giustizia. Nella notte, lo svegliano i rumori. Un piccone sfonda un vetro. Rieccoci, pensa. Spara in direzione della porta. È da lì che proviene il pericolo. Capisco!

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