CONTE 2.0 Una sfida per il Paese e per il Riformismo.

 

Ancora sfuggono appieno i motivi che hanno indotto Salvini a porre in essere il grottesco golpe ferragostano a cui tutti abbiamo assistito con incredulità e stupore. Soffermarsi sul perché il nostro abbia agito in modo così sgangherato (un colpo di sole al Papeete, indicibili motivi parapolitici?) è oggi cosa superflua.
Doveroso invece interrogarsi sulle prospettive derivanti dalla nuova fase politica che si è aperta nel Paese, sulla credibilità del premier incaricato, sul compito che oggi spetta ai socialisti.
Leggere gli eventi con arcaici quanto nobili criteri ermeneutici rischia di produrre analisi scorrette, inconferenti, fuori dai tempi che stiamo vivendo.
La situazione è del tutto nuova e straordinaria e come tale va letta e affrontata.
Fase politica.
Nelle prossime ore sapremo se verrà alla luce un governo del tutto inedito dove forze fino a ieri lontane sarebbero chiamate a lavorare insieme. È di solare evidenza che il collante non può ridursi all’anti sovranismo, si scioglierebbe come neve al sole.
Il PD dovrà destarsi dal torpore indotto in cui versa da tempo valorizzando il suo miglior patrimonio, il M5s far tante cose, in primis completare la fase di “istituzionalizzazione” comprendendo definitivamente che questa non è una parolaccia ma è l’essenza della politica. È una sfida
Giuseppe Conte
L’apparente paradosso di un premier che da ostaggio dei suoi vice, riscopre improvvisamente il ruolo che gli affida la Costituzione non va stigmatizzato ma visto in un quadro più ampio, che va oltre i confini e va letto con moderni criteri interpretativi.
Conte è sempre lui, è evidente, ma non sfuggono due dati: ha un curriculum vitae all’altezza dei suoi colleghi europei (uno non vale uno); avrebbe un incarico rispondente ai dettami della Costituzione: il premier sceglie lui la squadra, con un conseguente diverso spazio d’azione e di manovra rispetto al passato. È una sfida
Il compito dei socialisti
Il premier incaricato ha aperto spazi politici oltre al binomio PD e M5S e i suoi comportamenti in oggi sono coerenti. Al di là delle dichiarazioni d’intenti, non può sfuggire che, in ore frenetiche, abbia dato spazio e dedicato tempo ad altre realtà politiche, tra cui la nostra. Sbagliato interpretare ciò come mera cortesia istituzionale, vi é di più, poiché è indubbio che nella situazione data, eccezionale e straordinaria, vi è bisogno di tante diverse sensibilità.
Va da sé che il tessuto valoriale e il sentire pragmatico dei socialisti sono valori aggiunti che dobbiamo subito mettere in campo. I cinque punti programmatici sottoposti a Conte dalla delegazione Psi capitanata dal segretario Maraio sono un punto di partenza. Fano sarà comunque un’occasione immediata e imperdibile di sintesi e contributo, anche su temi cari ai nostri tanti amministratori, questioni vitali, restate in ombra in queste ore agitate.
Una sfida
Sia chiaro che i trionfalismi sarebbero oggi, oltre che prematuri viste le fibrillazioni in atto, comunque del tutto fuori luogo. Questa potrebbe esser l’ultima chiamata e le sfide, la sfida sono estremamente difficili e complesse.
E i socialisti non possono, non debbono sottrarvisi.
Fabio Natta, responsabile enti locali partito socialista italiano

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