Questa mattina si sono riuniti i leaders dei partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti della famiglia del PSE per preparare il Consiglio europeo del pomeriggio. Alla riunione hanno partecipato leaders di partiti alla guida di governi come Pedro Sanchez in Spagna e Zoran Zaev in Macedonia; leaders di partiti che partecipano a governi di colazione come il tedesco Norbert Borjans; leaders di partiti che sono all’opposizone come il francese Olivier Faure e il greco Alexis Tsipras, ormai “accolto” dalla famiglia anche se come un lontano parente. Numerosi i rappresentanti socialisti nelle istituzioni europee: il primo vice-presidente della Commissione europea Frans Timmermans, l’alto commissario Josep Borrell, il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, il presidente del Parlamento europeo Sassoli, la leader del gruppo socialista al Parlamento europeo Iratxe Garcia. Presenti per il Psi Enzo Maraio, per il PD Nicola Zingaretti.
Il “tono” all’incontro è stato dato dall’intervento di Pedro Sanchez, primo ad intervenire, dopo l’introduzione del presidente Sergei Stanishev, che ha ribadito che è vitale che la famiglia socialista europea assuma iniziative all’insegna della solidarietà,-ci si salva tutti insieme-, e sulla base di azioni e progetti comuni per dar loro forza.
Pedro Sanchez è intervenuto impegnandosi a difendere nel Consiglio il pacchetto finanziario concordato nella riunione dell’Eurogruppo e far sì che i tre strumenti in esso previsti possano essere a disposizione entro il primo giugno; a promuovere la creazione di un Recovery Fund di 1500 miliardi di euro sostenuto da bond perpetui e legato al bilancio europeo; a fare il possibile per arrivare all’accordo per la definizione del MFF – Multiannual Financial Framework-, il quadro finanziario pluriennale dell’Unione, sul quale si sta discutendo da lungo tempo: da una parte i paesi che vogliono aumentare il bilancio, dall’altro i paesi cosiddetti frugali, restii ad aumentarne la dotazione.
Dopo di lui Frans Timmermans ha sostenuto la necessità di trovare un compromesso alto per mobilitare ogni singolo euro disponibile per fronteggiare la crisi. Dalla crisi si esce tutti insieme: se anche un solo Stato “capitombola”, tutti gli Stati lo seguiranno nella caduta rovinosa. Posti di lavoro e crescita verde e sostenibile le sue parole d’ordine.
A Paolo Gentiloni l’arduo compito di indicare i numeri della crisi: disoccupazione al 10%, deficit al 7%, debito in aumento consistente, e sottolineare come i dati medi nascondano il divario tra Paesi del Nord e del Sud dell’Unione che, ad esempio per la caduta del PIL sono del 10% per i paesi meridionali rispetto al 5% dei nordici.
Josep Borrel ha parlato di crisi di dimensioni bibliche, Norbert Borjajans dell’SPD della necessità di avere una architettura di strumenti legali che consentano interventi rapidi, la capogruppo Garcia ha orgogliosamente sottolineato la convergenza tra contenuti della risoluzione al Parlamento europeo e la proposta spagnola; Nicola Zingaretti ha sostenuto la proposta spagnola e sottolineato che il nazionalismo è la risposta sbagliata e inefficace alla crisi. Il Segretario del PSI, Enzo Maraio, ribadendo la validità della proposta spagnola, ha indicato alcuni contenuti del Recovery Plan per il sostegno agli investimenti, l’innovazione, la sostenibilità ambientale e la necessità di un grande sforzo per dotare il piano di tutte le risorse finanziarie necessarie. Enzo Maraio ha concluso il suo intervento affermando che solo una forte e coesa leadership, con una chiara visione strategica è in grado di contrastare e vincere questa crisi: ambizione e coraggio sono necessari per costruire una Unione solidale dove potranno trovare ospitalità strumenti come gli eurobond, una prova tangibile di una rinnovata fiducia tra Paesi-Membri.
A conclusuone dell’incontro il presidente Sergei Stanishev ha espresso soddisfazione per la convergenza delle posizioni dei leader dei partiti e dei rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee e ha sottolineato che anche nelle votazioni di venerdì scorso al Parlamento europeo il Gruppo socialista è stato l’unico a votare compatto a favore della risoluzione sulle azione per il contrasto alla pandemia.