Psi. Resoconto Segreteria del 6 marzo 2021

Si è tenuta il giorno 6 marzo 2021, la riunione della segreteria nazionale del Psi, convocata dal Segretario Enzo Maraio, sulla piattaforma zoom a distanza. Di seguito il resoconto della segreteria.

Le sfide che il nuovo Governo si accinge ad affrontare assumono una portata epocale per far fronte alla tragedia della pandemia e alle connesse ricadute di carattere economico-sociale. Noi socialisti riteniamo che esistano le condizioni più adatte per affrontare con efficacia e superare con coraggio questa crisi ed inaugurare un diverso destino all’Italia. In tale prospettiva, le potenzialità del Presidente del Consiglio e della sua squadra non possono che suscitare in noi sentimenti di fiducia, stima e sostegno. In uno scenario di crisi e di perdita di peso che ha segnato la condizione della stessa Europa, l’avvento del Governo Draghi rappresenta uno spartiacque decisivo, anche perché capovolge i termini del rapporto tra la crisi italiana e il processo di integrazione europea. Alle ambizioni e alle speranze che hanno accompagnato il processo europeo di unificazione monetaria, si è andato progressivamente sostituendo un sentimento antieuropeo che ha favorito l’emergere di culture nazionaliste e sovraniste.
Con la crisi pandemica la strategia europea e le scelte conseguenti, a partire da quelle previste dal Next Generation EU, hanno rovesciato questo schema: l’Europa diviene un’opportunità e non è più considerata una criticità.
Per l’Italia si pone, dunque, il problema di essere all’altezza della nuova fase europea.
Davanti alle forze riformiste, democratiche e progressiste si presenta una storica occasione per poter contribuire a determinare le condizioni di una fuoriuscita dalla crisi e avviare un processo di ripresa e di crescita.
In Italia, ancor più che in altri Paesi europei, l’interpretazione di questa fase è caratterizzata dalla sfida tra riformisti e populisti.
Alle forze riformiste è richiesto non soltanto un posizionamento politico anti populista, ma il compito di mettere in campo un serio progetto per il Paese, volgendo lo sguardo prima di tutto alla prospettiva di vita e di lavoro delle giovani generazioni.
Un progetto capace di garantire una duplice opportunità: l’Europa come punto di forza per il nostro Paese, l’Italia come una risorsa per il rilancio della funzione del vecchio continente nello scenario internazionale.
I capisaldi di questo progetto dovranno essere la risposta risolutiva alle contraddizioni che il limite dello sviluppo capitalistico ha evidenziato nella moderna società globalizzata.
Rivoluzione verde e transizione ecologica, digitalizzazione e innovazione, infrastrutture e mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e territoriale, diritto alla salute sono gli assi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che le forze riformiste dovranno declinare ulteriormente secondo principi di equità, solidarietà e giustizia sociale.
Si tratta di prefigurare un vero e proprio new deal con l’obiettivo di superare il limite di una “modernità distorta” che ha caratterizzato lo sviluppo del nostro Paese negli ultimi decenni.
La sfida tra riformisti e populisti attraversa trasversalmente gli attuali schieramenti politici e non si racchiude semplicisticamente nello schema di una competizione tra centrodestra e centrosinistra.
Di fronte alla dimensione di tale sfida sarebbe un grave errore ricondurre il confronto politico sui nominalismi o sulle alleanze elettorali.
La crisi e la debolezza dell’attuale centrosinistra è da ricondurre proprio alla mancanza di un pensiero di riformismo forte.
È questo limite che, di fatto, ha segnato il cedimento verso impostazioni culturali e politiche di tipo populistico.
La mancanza di un pensiero riformista ha caratterizzato, inoltre, la frammentazione del campo delle forze riformiste.
È stata anche questa la ragione per la quale da una parte è andata in crisi la funzione motrice che il Partito Democratico ha inteso svolgere per un’aggregazione di un polo riformista e progressista e dall’altra è emersa la debolezza di contenitori politici affermatisi come partiti personalizzati intorno alla figura del leader e non come comunità o movimenti politici collettivi.
L’evoluzione che interesserà il centrosinistra nei prossimi mesi vedrà il Psi aperto al confronto dialettico senza rinunciare alla sua specificità, consapevoli che solo attraverso una presenza organizzata e visibile potremo contribuire alla ricostruzione della sinistra italiana.

I dati ISTAT sulla povertà sono un fortissimo segnale che deve allertare l’intero mondo politico. L’opportunità dei fondi del Next Generation Eu rappresentano l’unica e ultima speranza di rilancio sociale ed economico della nostra nazione.
Il prossimo “Dl Sostegno” dovrà contenere importanti aiuti economici ai settori commerciali e industriali ancora in difficoltà a causa del protrarsi della pandemia, prolungando il blocco dei licenziamenti per evitare una nuova è fortissima crisi sociale. Con la terza ondata di contagi ormai in atto è necessario implementare il piano vaccinale e le prime azioni messe in campo dal Governo, a cominciare dal coinvolgimento dell’esercito fino alla richiesta di maggiori dosi esternata dal Premier Draghi alla presidente della commissione europea, sono importanti iniziative che ci condurranno all’immunizzazione. È necessario, quindi, aumentare le dosi di vaccini e consegnare alle regioni strumenti uguali e univoci per la somministrazione dei vaccini. L’apertura dei musei e dei luoghi di cultura a partire dal prossimo 27 marzo, giornata mondiale del teatro, dopo oltre 100 giorni di chiusura è un primo importante segnale verso un settore fondamentale per l’economia italiana che genera oltre il 6% del pil italiano e oltre un milione e mezzo di posti di lavoro. Dopo i teatri, sarà fondamentale programmare l’avvio della nuova stagione turistica estiva per dare ossigeno a questo settore ormai fermo da oltre un anno.
Come detto, la nuova stagione di Governo ha aperto anche una nuova era politica che coinvolge in particolare modo il centrosinistra, il quale sarà chiamato a spingersi oltre le alleanze spurie di Palazzo per dare vita ad nuovo cantiere riformista che coinvolga principalmente i partiti aderenti al socialismo europeo per poi allargarsi a tutte le forze riformiste, laiche, ecologiste e liberali.
In questo quadro il Psi, a partire dalle prossime tornate elettorali dell’autunno 2021, che coinvolgeranno oltre 20 comuni capoluogo di provincia, le principali città metropolitane e oltre 1000 municipi, sarà in campo con la propria autonomia politica e organizzativa consapevole dell’importanza storica che per i socialisti hanno le amministrazioni locali. Per quanto possibile, l’obiettivo resta la presentazione di liste del Psi o di chiara ispirazione socialista a partire dai centri superiori ai 15 mila abitanti, unica strada per proseguire nel rilancio del partito nella società, a cominciare dalle comunità locali.
Arriveremo a questi appuntamenti dopo aver celebrato entro l’estate, quando la situazione pandemica lo consentirà in sicurezza, la Conferenza nazionale programmatica e organizzativa, un momento di discussione interna finalizzato a ridefinire il nostro profilo identitario per adattarlo alle sfide della modernità. Dobbiamo aggiornare anche il nostro impianto organizzativo che dovrà essere, per quanto possibile, snellito e rinnovato per garantire all’azione del partito maggiore dinamicità e responsabilizzare in modo netto coloro che sono chiamati a svolgere funzioni di direzione del partito ad ogni livello.
L’attuale momento storico è di per sé fattore di rottura e discontinuità: niente è più come prima.
L’Italia vive un momento drammatico dal quale potrà uscire solo con coesione, coraggio e visione. Gli stessi ingredienti che dovranno animare i socialisti per contribuire alla ricostruzione del Paese e all’affermazione delle nostre idee e proposte. Al lavoro.

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