di Nautilus
Precisamente sei anni fa, era il 9 agosto 2019, si materializzò dal nulla la crisi di governo più immotivata della storia repubblicana e che finì per qualificare una volta per tutte la figura politica di Matteo Salvini, un personaggio – ormai si può dire – molto diverso dal fondatore della Lega, Umberto Bossi. Quel giorno il vicepresidente del Consiglio annunciò la sfiducia, senza ragioni plausibili, verso il governo Conte rispetto al quale aveva condiviso tutto. Certo, la politica italiana è sempre più bizzarra, ognuno se la canta e se la suona come gli pare, ma in quelle ore la sorpresa fu grande. Salvini poche settimane prima aveva conseguito alle elezioni Europee un notevole successo, facendo lievitare la Lega sino al 34,3% sull’onda della sua politica anti-migranti e dunque immaginava di capitalizzate quella vittoria in elezioni anticipate da svolgersi in autunno. Ma in pochi giorni trovarono un accordo due partiti che si erano fatti la guerra sino al giorno prima: Pd e Cinque stelle. Salvini non aveva fatto i conti con l’attaccamento al potere degli altri, provò a correggersi in corsa ma gli altri, con una “quadriglia” senza precedenti, invertirono le alleanze. Oltretutto affidandosi allo stesso Presidente del Consiglio che poco prima aveva platealmente rivendicato i Decreti sicurezza di Salvini. Tre anni dopo, alle Politiche del 2022, i tre partiti avrebbero pagato in misura diversa il prezzo di quella prodezza: il Pd sarebbe rimasto al palo, i Cinque stelle avrebbero dimezzato la propria percentuale elettorale, mentre la Lega passò dal 34,3% delle europee all’ 8,8%, un precipizio di oltre 25 punti, un record nella storia della Repubblica. Una storia che restituisce una lezione: da qualche anno gli italiani cambiano il proprio orientamento elettorale in modo brusco. Naturalmente gli elettori hanno sempre ragione e non soltanto per una elementare ragione democratica, ma anche perché dal 1946 ad oggi gli italiani hanno sempre dimostrato di saper leggere le diverse fasi storiche e politiche nell’interesse più generale del Paese, anche se ogni tanto quelle scelte non ci sono personalmente piaciute. E hanno saputo penalizzare chi ha cercato scorciatoie emotive ed elettoralistiche.