di Nautilus
I fatti, messi in fila, fanno una certa impressione. Il 6 agosto il ministro della Salute Orazio Schillaci fa diramare l’elenco degli esperti individuati per fare parte del Nitag, la commissione consultiva per le vaccinazioni. Ne fanno parte due tecnici, noti per la loro forte critica ai vaccini di ultima generazione. Appena la notizia viene resa nota parte un tam-tam nel mondo scientifico che produce note assai critiche. Un muro pesante, quello degli scienziati. Il ministro in un primo momento fa sapere che quei nomi gli erano sfuggiti e in un secondo momento decide di azzerare la commissione. A quel punto Fratelli d’Italia e una parte della Lega insorgono, mentre la presidente del Consiglio fa trapelare la propria irritazione: non è stata informata del depennamento. Fin qui i fatti e allora palla al centro e proviamo a leggere la due partite. Quella scientifica e quella politica. Dunque, i vaccini: da quando sono stati inventati hanno salvato la vita a miliardi di persone in tutto il mondo, sottratte – senza che ne fossero pienamente consapevoli – a morti premature. I vaccini per attenuare gli effetti del Covid sono basati su principii diversi dal passato e tuttavia gli effetti indesiderati si sono rivelati in linea con le attese: dolorosi – come sempre – ma minimi, statisticamente irrilevanti. Quel che basta, nelle aspettative di una parte della destra, per una presenza nella commissione ministeriale come “diritto di tribuna” di tecnici “no vax”. Come ebbe a dire, con felice espressione, Piero Angela, “la scienza non è democratica”, perché se funzionasse con quella logica, un numero sterminato d persone resterebbe senza vita in attesa della chiusura di ogni dibattito. La scienza non è un talk show e, se è vero che la presenza di due tecnici su ventidue nella commissione Schillaci non era scandalosa, la loro esclusione è nell’ordine naturale delle cose. Molto curiosa è la baruffa politica. Il ministro che non conosceva i nomi. E poi azzera tutto. Il vicepresidente del Consiglio Salvini che attacca il ministro. La Presidente del Consiglio che fa trapelare la sua irritazione per due tecnici presenti in una Commissione consultiva. Tutto sopra le righe. Troppo.