Maraio, per il Quirinale serve un’ampia maggioranza. L’articolo per Huffinghton Post

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Abbiamo una data certa per la prima chiamata al voto che eleggerà il Presidente della Repubblica.  Serve ora trovare una ampia maggioranza: c’è chi rincorre ancora il Mattarella bis, chi evoca la figura di Berlusconi e poi c’è il premier Mario Draghi attorno al quale si allungano sguardi trasversali: dalla Meloni a Giorgetti fino a Di Maio, ma anche allo stesso Salvini pare non dispiaccia. Un risiko ancora troppo frastagliato.

Eppure il 2022 sarà un anno decisivo per il Paese. L’elezione del Presidente della Repubblica è centrale, perché nelle sue mani passerà la responsabilità di affrontare due tornate elettorali politiche: nel 2023 e nel 2028. E questo significa guidare le scelte della formazione di ben due Governi. Un arco temporale decisivo per il futuro del Paese. Quindi occorrerà individuare una figura di grande autorevolezza e spessore politico. Che sia espressione di una ampia maggioranza.

Per noi socialisti, la figura che più ci affascina è quella che più si avvicina a Sandro Pertini. Un Presidente molto amato. Un uomo di spiccata autorevolezza, di grande spessore umano e capacità politica, che ha saputo gestire i difficili momenti degli anni di piombo e che, ad oggi, è il Presidente eletto con la più ampia maggioranza nella storia del nostro Paese. Dalla scelta per il Quirinale e dalla maggioranza che si determinerà inevitabilmente da questa elezione, si stabiliranno i futuri equilibri politici e di Governo. Un anno in cui le scelte che saranno fatte determineranno gli assetti dell’Italia. Così come il futuro del Paese passerà attraverso una legge elettorale idonea a garantire agli elettori il potere di scegliere i propri rappresentati.

Anche per questo, auspico che si scelga un sistema proporzionale con preferenza. Magari sul modello tedesco, seppur imperniato su un sistema istituzionale diverso dal nostro. Del resto in tutte le elezioni regionali e comunali in Italia si elegge esprimendo il voto di preferenza. Dunque, a partire dalla scelta per il Quirinale e dalla scelta della nuova legge elettorale si definiranno anche i contorni del centrosinistra. In un sistema, come quello di oggi, bipolare è evidente che noi dobbiamo contenere il rischio di una sopravanzata delle destre in Italia. Per questo dobbiamo lavorare uniti a una coalizione ampia, eterogenea, rispettosa delle autonomie dei partiti, necessaria per battere le destre.

Una sfida non difficile. Oggi in Europa così come nel resto del Mondo, soffia un vento di sinistra. Dalla vittoria di Gabriel Boric in Cile alla Spagna di Pedro Sánchez fino alla Germania di Olaf Scholz, la pandemia ha creato una enorme frattura nella società, aumentando la forbice delle diseguaglianze. L’effetto di questa situazione ha evidentemente dato alle sinistre la chance di ritornare centrali perché da sempre fondano i loro principi sulla lotta alle diseguaglianze. Per questo credo che l’elettorato abbia riposto nuovamente la propria fiducia nelle politiche di questi partiti. La sinistra è nata con due obiettivi: migliorare la vita delle persone e lottare contro le diseguaglianze economiche e sociali. Credo sia un segnale forte che ci viene consegnato da questi risultati e noi dobbiamo essere all’altezza di raccogliere questa sfida e di non mortificare le aspettative.

 

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