Manovra. Magi e Nencini, Chiesa paghi Imu arretrata e si destini a Stato quote 8×1000 ‘non destinate’

 

 

Destinare allo Stato per scopi di interesse sociale o di carattere umanitario le quote dell’otto per mille “non destinate”; pubblicizzare la destinazione statale dell’otto per mille; escludere dall’esenzione IMU gli enti non commerciali, inclusi quelli ecclesiastici, se all’interno di essi si svolga, in qualsiasi forma, una attività di carattere commerciale di tipo ricettivo; costituire una commissione governativa e delegare il governo ad emanare uno o più decreti legislativi per dare piena attuazione alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 6 novembre 2018 che ha ordinato il recupero dalla Chiesa Cattolica dell’IMU arretrata dovuta alla Stato italiano che secondo le stime sono almeno quattro miliardi di euro.  Sono queste le proposte di una serie di emendamenti alla legge di bilancio presentati dal senatore Psi, Riccardo Nencini e dall’onorevole Riccardo Magi, esponente radicale, eletto con +Europa. Gli emendamenti – di forte valenza politica e destinati ad incidere sui privilegi economici fino ad oggi concessi alla Chiesa Cattolica – sono stati illustrati da Nencini e Magi in una conferenza stampa che si è tenuta oggi alle ore 13 nella sala stampa della Camera dei Deputati. Ha introdotto i lavori Carlo Troilo, giornalista, consigliere generale della Associazione Luca Coscioni. “Con questi emendamenti – ha detto Riccardo Magi – sottoponiamo al Parlamento una questione di laicità e di eliminazione di privilegi fiscali, inaccettabili tanto più in un momento di grave difficoltà per le finanze pubbliche. Sull’8 per mille, un legislatore responsabile non può ignorare i rilievi più volte sollevati dalla Corte dei Conti. È intollerabile – ha aggiunto – che si continuino a destinare enormi somme del gettito fiscale in proporzione alle scelte fatte da una piccola parte di contribuenti”. Per Carlo Troilo “sono emendamenti rivoluzionari perché – ha sottolineato – è la prima volta che il parlamento eleva la sua voce contro i privilegi della Chiesa”.
Riccardo Nencini ha aggiunto: “sono emendamenti che ricalcano il contenuto di una mozione su cui abbiamo sollecitato una discussione. Si quantifica che siano 4-5 miliardi il ‘quantum’ che la Chiesa dovrebbe versare allo Stato per l’Imu non versata non sulle strutture ecclesiastiche ma sugli immobili a carattere commerciale. In una condizione di fragilità e di difficoltà dell’economia italiana ognuno deve fare la sua parte, Chiesa inclusa. Bisogna applicare oltre che il diktat di una sentenza, il buonsenso”- ha aggiunto Nencini.  È stata inoltre presentata alla stampa una mozione sulla laicità dello Stato e sui rapporti economici con la Chiesa Cattolica depositata il 16 aprile scorso e firmata dai senatori Nencini, Bonino, Buccarella, Cerno, De Petris, Mantero, Martelli, Rampi, mozione che chiede al governo italiano di avviare le procedure per la revisione del Concordato del 1984 fra Stato Italiano e Santa Sede.

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