L’amore non ha genere

 

Il 17 maggio si celebra la 14 giornata mondiale contro l’omofobia, la difobia e la trasfobia istituita dal Parlamento Europeo nel 2007, 8 anni dopo la rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. 

Da quel 2007 molti passi avanti sono stati fatti, ma molti altri bisogna fare se si considera che l’Italia continua ad essere agli ultimi posti nella classifica Europea sulle politiche contro l’omofobia.

Non hanno certo contribuito a quel balzo avanti i vari “Family day”, il Congresso delle Famiglie e le dichiarazioni infelici del Senatore Simone Pillon che hanno cercato di vanificare il duro lavoro svolto in particolare dalle associazioni LGbT andando, tuttavia, a condizionare negativamente il pensiero di quanti ancora vedono nelle diversità sessuali e di genere un ostacolo a relazioni di rispetto reciproco. 

Noi socialisti abbiamo una visione della libertà individuale molto ampia, ed è per questa ragione che da sempre siamo in prima linea nelle battaglie a tutela dei diritti e a difesa delle categorie più deboli  consapevoli che la particolarità (non userò “diversità) di molti può solo arricchire il bagaglio di conoscenze di tutti. 

Ed è infatti sulla “CONOSCENZA” che bisogna puntare perché la discriminazione, la violenza e l’odio vengano definitivamente debellati in una società occidentale pregna di contenuto come la nostra. 

Conoscenza come scoperta della diversità e  accettazione da parte delle istituzioni intese in senso ampio e divulgazione della scoperta in modo puntuale ma sereno, cosicché nessuno più debba temere di raccontarsi (da un lato) e nessun altro di confrontarsi. 

E’ inaccettabile che la cronaca quotidiana rimarchi vessazioni,  maltrattamenti (fisici e verbali) e in generale atti di violenza  legati all’orientamento sessuale o alla propria identità di genere e tanto inaccettabile è il fatto che le vittime non denuncino perché non hanno avuto coraggio di fare coming out o per paura di ulteriori ritorsioni. 

E’ evidente che a monte, nel sistema, vi sia una falla.

Ed allora occorre lavorare su due fronti: quello repressivo e quello formativo.

Un dato è certo e non diversamente interpretabile: l’omofobia, la difobia e la transobia NON SONO UN’OPINIONE e laddove si traducano in atti di violenza e discriminazione devono essere puniti penalmente. Ad ottobre 2019 è iniziato l’esame, in Commissione Giustizia, della Proposta di legge avente ad oggetto la “Modifica degli artt 604 bis e 604 ter del Codice penale in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere” che ci vedrà impegnati perché diventi legge. Non possiamo accettare che nessuno venga lasciato solo contro chi utilizza odio e violenza. 

Contestualmente all’azione repressiva sono necessarie L’INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE.

FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PUBBLICI al fine di sensibilizzare quanti operano nei servizi delle pp.aa rispetto alle necessità delle persone LGBT creando reti permanenti (ascolto e formazione) tra associazioni e amministratori operanti nel settore delle pari opportunità.

PROMOZIONE DI ATTIVITA’ FORMATIVE PRESSO I SINADACATI I DIRIGENTI DI AZIENDE PUBBLICHE E PRIVATE E I RESPONSABILI DEGLI UFFICI DEL PERSONALE perché l’orientamento sessuale e la diversità di genere non siano di ostacolo all’assunzione e alla progressione di carriera, ma anche perché gli omossessuali non siano costretti a lavorare in condizione di invisibilità o, peggio, di ghettizzazione.

FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI E DIRIGENTI SCOLASTICI perché siano in grado di riconoscere ed affrontare le problematiche dei ragazzi LGBT di fronte al crescente fenomeno del bullismo omofobico. Parlare nelle scuole di diversità sessuali e di genere in modo aperto e rispettoso aiuterebbe i molti, vittima di discriminazione, ad aprirsi senza il timore di essere bersaglio di atti di violenza. Il primo intervento va fatto sul PROGRAMMA di studi affrontando l’argomento delle famiglie non tradizionali e non proponendo esclusivamente modelli normativi di genere che inducono i ragazzi a nascondere il proprio orientamento o la propria identità. 

FORMAZIONE COME ELEMENTO ESSENZIALE ANCHE ALL’INTERNO DELLE FAMIGLIE. La famiglia è il primo centro di sostegno emotivo. E’ Importantissimo che i genitori in primis riconoscano ed accettino l’orientamento sessuale e la diversità di genere dei propri figli, soprattutto se minori. I giovani respinti dalle famiglie sono quelli ad alto rischio di suicidio e/ o che possono assumere comportamenti a rischio (droghe, esposizione a sesso non sicuro), con gravi forme di depressione. Rifiuto è anche ostacolo nella progettazione del futuro e alla costruzione di rapporti affettivi.

Ma ancora nello sport ed in ogni contesto associativo è necessario intervenire. Senza trasformare questo intervento in un documento di lavoro toccando ambiti in cui occorrono specifiche preparazioni, è però importante ricordare che anche Papa Francesco ha lanciato un messaggio di rispetto nei confronti degli omossessuali, così affermando: “Chi sono io per giudicare un gay” ed aggiungendo che discrimina o ghettizza “non ha un cuore umano” 

Ed allora COMBATTIAMO LA PAURA CON LA CONOSCENZA E LAVORIAMO PER UNO STATO DI DIRITTO E DI DIRITTI.

LA DIVERSITA’ E’ CONOSCENZA NON ACCETTARLA E’ IGNORANZA UN’AMMINISTRAZIONE CHE ELEVA AL RISPETTO E CONDANNA LA VIOLENZA CREA UNA SOCIETA’ PARITETICA 
LA FAMIGLIA CHE RICONOSCE E RISPETTA E’ UNA FAMIGLIA CHE SALVA I PROPRI FIGLI AFFRONTARE A SCUOLA LE DIFFERENZE SESSUALI E DI GENERE E’ UNA QUESTIONE DI GIUSTIZIA SOCIALE 
IL LAVORO E’ UN VEICOLO DI LIBERTA’ ECONOMICA E PERSONALE. DISCRIMINARE NON CREA PROFITTO

Avv. Gabriella D’Angelo

Consigliere Nazionale Psi – Lotta all’Omofobia 

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