La strage degli innocenti a Gaza. Ventimila bambini morti per cancellare la Palestina

di Francesco Di Lorenzi

È arrivato il momento di dire “Basta”, senza se e senza ma. Basta al silenzio assordante di un governo che per compiacere i suoi alleati d’oltreoceano fa finta di non vedere. Basta alle frasi senza senso di un ministro degli esteri incapace di prendere una posizione in autonomia. Basta ai distinguo, ai falsi moralisti, al giornalismo compiacente capace di indignarsi sempre e solo in una certa direzione. Basta alle accuse reciproche, alle partigianerie da curve di calcio, allo starnazzare sui comodi salotti dei talkshow mentre i bambini, a Gaza, muoiono. Uno ogni quarantacinque minuti, oltre ventimila dall’inizio delle ostilità, quasi mille dalla violazione della tregua del governo Netanyahu. E chi sopravvive all’orrore è imprigionato in un mega lager di stato, affamato, assetato e senza cure mediche. Per Save the Children i bambini a rischio per malnutrizione, per le malattie e le ferite legate a questa guerra senza senso, arriva alla mostruosa cifra di quasi un milione. Di quali altri numeri c’è bisogno per scuotere la coscienza e lo spirito umanitario del nostro governo? Cristiano a parole e, soprattutto, nelle campagne elettorali e nei comizi di piazza, ma incapace di produrre un semplice gesto o atto di condanna. Sappiamo benissimo che un conflitto dalle radici così profonde non si risolve con la presa di posizione del governo italiano, ma è così difficile sentire frasi semplici e chiare come quelle pronunciate dal governo socialista di Sanchez, che ha dichiarato che la Spagna “è alla guida della condanna del genocidio di Israele” o ancora “noi non commerciamo con uno stato genocida”, oltre ad aver riconosciuto unilateralmente lo stato di Palestina? Quanta abissale differenza con i giri di parole del ministro Tajani e con il vergognoso silenzio di Giorgia. Da socialisti possiamo permetterci questa nettezza perché, da sempre, abbiamo scelto ed operato per la fine del conflitto e per il riconoscimento dei Due popoli e due Stati. Lo abbiamo fatto non a chiacchiere, ma operando concretamente per decenni con i nostri governi e la nostra diplomazia a favore di una pace giusta. Guadagnandoci il rispetto del mondo arabo e delle autorità palestinesi e confermando la nostra storica amicizia con Israele, che affonda le sue radici nelle origini democratiche e socialiste del primo sionismo. I nostri padri politici negli anni sessanta studiavano, analizzavano e frequentavano la straordinaria esperienza partecipativa e comunitaria dei kibbutz mentre i riferimenti ideali della Meloni erano ancora intenti ad organizzare le cene commemorative della marcia su Roma; per questo possiamo gridare tutto il nostro sdegno senza alcun rischio di finire schiacciati nelle solite accuse di antisemitismo/antisionismo, perché uomini come Pietro Nenni e Bettino Craxi sono considerati da quei popoli come amici sinceri e veri costruttori di pace. Sulla scia del loro insegnamento il Psi, l’Avanti della domenica e tutta la comunità socialista non hanno mai avuto tentennamenti, non hanno mai fatto distinguo. I socialisti, guidati dal segretario Enzo Maraio, hanno dato inizio sabato 17 maggio ad una mobilitazione straordinaria al grido inequivocabile di “Stop Bombs on children”. Lo abbiamo fatto simbolicamente da Roma, per ribadire con forza che, in questo momento, non esiste questione o priorità politica nazionale maggiore rispetto a quella di salvare dalle bombe e dalle guerre quanti più bambini possibili, a Gaza come in Ucraina ed in ogni angolo del mondo. Le nostre iniziative continueranno con forza in ogni città e in ogni paese con presenza socialista, aperti alla collaborazione con tutte le forze politiche e sociali impegnate a fermare il prima possibile questa nuova strage degli innocenti. Oggi trovate schierati i socialisti per i bambini di Gaza ma non smetteranno di lottare e di manifestare per i diritti dell’infanzia, ovunque siano calpestati. L’Unicef ci ricorda che nel 2024 473 milioni di bambini, circa 1 su a 6 a livello mondiale, vivevano in zone di guerra, il dato più alto dal secondo conflitto mondiale. È l’ora di porre fine a tutto questo. È l’ora che il “Pace a voi” pronunciato solennemente da Papa Leone XIV all’inizio del suo pontificato prorompa in ogni angolo della terra. Noi socialisti faremo la nostra parte perché la pace ed i diritti dei bambini sono la precondizione necessaria ed indispensabile per costruire una società più giusta e umana. Bettino Craxi con la lungimiranza quasi profetica delle sue analisi così commentava sull’Avanti! la possibilità di un attacco americano in Iraq “Sembra incredibile, ma gli Usa in questi giorni hanno minacciato un intervento militare… il linguaggio, saltata a piè pari la politica e la diplomazia, passerebbe subito alle bombe. Cose d’altri tempi e d’altri imperialismi. Nessuno è mai riuscito a governare il mondo intero con il bastone e, anche se lo volessero, non ci riuscirebbero neppure gli Usa”. Non ci riuscirà neanche Israele o la Russia, aggiungiamo noi.

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