La scelta è dei cittadini

di Enzo Maraio

La discussione sulla legge elettorale, che appartiene ad ogni epoca, è partita in sordina. Come accade sempre. Ed è partita perché il Governo, la premier Meloni nello specifico, ha deciso di fermare la “madre di tutte le riforme” ovvero quella del premierato perché ha paura del referendum che si celebrerebbe a ridosso delle elezioni politiche del 2027. I precedenti non sono incoraggianti. E allora, accantonato ciò che aveva promesso di realizzare agli italiani – insieme ad una schiera infinita di altre cose – la premier ha dato mandato ai suoi sherpa di tastare il terreno sulla possibilità di scrivere una nuova legge elettorale, che dia il senso illusorio di votare il premier, ma che nei fatti non cambi nulla rispetto ad oggi. Lo svolgersi del referendum porta con sé il rischio, sempre quello, di un riflesso sul Governo; questo terrorizza, ed allora si cerca una via diversa. In questa fase, al netto della propaganda, le preoccupazioni sono evidenti e questo aspetto emerge anche se si pensa ai referendum sul lavoro promossi dalla Cgil e quello sulla cittadinanza, di cui siamo promotori. Noi socialisti, l’8 ed il 9 giugno, saremo in campo per esprimere cinque SÌ convinti. Altri provano a buttare la palla in tribuna. Gli appelli all’astensione mossi dalla maggioranza, in particolare da Tajani, che qualche mese fa spronò (o alzò il tiro) la maggioranza ad approvare lo Ius soli, sono una offesa alla democrazia. Sono la contraddizione più evidente di chi immagina battaglie per rendere, dicono loro, più forte il diritto di scelta dei cittadini. È questo, infatti, il mantra alla base del premierato. La nostra posizione è invece chiara. Per noi il diritto di scelta degli elettori si difende informando sul referendum, mettendo tutti nelle condizioni di scegliere; per noi si difende con il coraggio di abbandonare le liste bloccate per tornare alle preferenze. Per noi è dare rappresentanza ad ogni sensibilità. Nelle ultime due elezioni politiche, milioni di cittadini hanno espresso un voto che non è stato poi rappresentato in Parlamento, a causa delle balorde soglie di sbarramento che non aiutano la governabilità ma servono solo ad attribuire maggiori seggi ai partiti più grandi, pagando un prezzo altissimo alla rappresentanza ed alla democrazia. I cittadini devono scegliere da chi farsi rappresentare e non delegare ancora le scelte alle segreterie dei partiti politici. Devono scegliere, sempre, partendo dai fatti. Senza ipocrisie.

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