La proposta del Psi. Una grande Capitale ed una Regione Lazio dei Territori

di Daniele Unfer

Roma Capitale e Lazio dei Territori”, è il convegno organizzato dalla federazione regionale del Psi del Lazio che si è svolto sabato 11 ottobre, presso la direzione nazionale del Partito e che prende origine dall’ordine del giorno, proposto dal vice segretario nazionale Psi Vincenzo Iacovissi con il quale si auspicava che il dibattito sul potenziamento del ruolo di Roma Capitale, in atto presso il Governo ed il Parlamento, potesse tradursi in una modifica costituzionale tale da riconoscere alla Capitale uno status speciale di rango regionale. Contestualmente alla trasformazione di Roma Capitale in una vera e propria regione, l’ordine del giorno socialista proponeva la creazione di una “Regione Lazio dei Territori”, composta dalle quattro province oltre all’area metropolitana di Roma, ad eccezione della Capitale. Una proposta che ha lo scopo di porre in equilibrio il rapporto tra Roma ed il resto del Lazio. La tavola rotonda ha visto la partecipazione di esponenti di maggioranza e di opposizione: Paolo Trancassini, segretario regionale FdI Lazio, Daniele Leodori, segretario regionale Pd Lazio oltre ovviamente agli esponenti del Partito di Roma e Lazio Gian Franco Schietroma, segretario regionale Psi Lazio, Andrea Silvestrini segretario Psi di Roma, Giovanna Miele del Consiglio Nazionale. Il dibattito si è concluso con l’annuncio di due importanti notizie: la prima è che il Governo ha l’intenzione di procedere alla reintroduzione delle provincie avendo queste lasciato un vuoto amministrativo causa di problemi gestionali tutt’ora aperti. La seconda che il Psi presenterà al governo un documento di elaborazione con le proposte di modifica per rendere più armonioso il provvedimento costituzionale. Schietroma ha sottolineato “l’aspetto pragmatico della riunione per un confronto su un tema che ci appassiona profondamente: quello della ristrutturazione istituzionale della Regione. È importante – ha detto – sentire la posizione del primo partito di maggioranza e di quello di opposizione su un tema che riguarda tutti”. Secondo i socialisti “la soluzione più ordinata è quella che vede Roma come una Regione a sé stante con uno status simile a quello delle grandi capitali europee e allo stesso tempo trasformare il Lazio in una Regione dei Territori, creando le condizioni politiche per ridare alle provincie il loro ruolo”. Schietroma ha ricordato come il partito si stia occupato del tema sin dal suo inizio quando inviò una lettera al presidente del Consiglio Meloni. Iacovissi ha sottolineato come Capitale e Regione siano strettamente correlate. “Questa riforma pone il tema del riequilibrio dei poteri. Dinanzi alla prospettiva di una riforma di tale portata, opportuna per adeguare la capitale d’Italia a quelle europee, noi socialisti abbiamo rappresentato la necessità di un riequilibrio nell’ambito della Regione Lazio in favore delle province e dei territori dell’area metropolitana, in termini di rappresentanza e capacità decisionale. Nella proposta si eleva Roma come ente regionale. Il problema è compiere il passo successivo, ossia quello del riequilibrio delle competenze per la Regionale Lazio e per i territori. Possiamo già da oggi prevedere un riequilibrio attraverso la legislazione ordinaria senza aspettare i tempi di una riforma Costituzionale. Sono temi che riguardano gli assetti sociali prima che politici e oggi abbiamo avuto qui la notizia che la riforma delle provincie è in agenda. È un’ottima notizia”. Trancassini è intervenuto sui punti che accomunano chi si occupa di cosa pubblica a prescindere dagli orientamenti: “La credibilità della politica. Tanti danni ha fatto l’antipolitica e questo va oltre l’astensione”. Per Trancassini “è importante che questo dibattito si sia svolto nella sede di un partito. È un segnale del ruolo dei partiti”. “Il tema Roma capitale va posto al di fuori del regionalismo perché è un tema nazionale che si innesta su altre problematiche. Oggi le province si sentono marginalizzate e quindi devono tornare ad essere punto di riferimento. In questa riforma le province devono smettere di essere un ente di secondo livello. È la sfida che ci aspetta in Parlamento ed è condivisa con il Campidoglio. I socialisti potrebbero licenziare una loro proposta, un loro contributo da analizzare. Insomma – ha concluso – una sfida alta, ma serve che la politica torni protagonista”. Leodori è partito dalla constatazione che “l’attuale situazione istituzionale del comune di Roma è insufficiente. L’interrogativo è se gli strumenti messi in campo siano adeguati ai cambiamenti e se siano sufficienti a garantire la competitività di Roma rispetto a altre realtà”. “È necessaria una rete infrastrutturale tra Roma e il resto del territorio che ancora non è adeguata. Su questo c’è la sollecitazione da parte di Confindustria al presidente Rocca”. Insomma per Leodori “la proposta di riforma apre una serie di approfondimenti necessari in un mondo di sfide globali”.

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