La nuova frontiera del populismo. Arrivano i No-Vot

di Alessandro Silvestri

All’inizio furono quelli delle scie kimike, precursori di ogni tipo di negazionismo, soprattutto quello scientifico se non addirittura indisposti e refrattari alla logica e al sistema dell’informazione tradizionale. I renitenti allo studio e alla formazione, le avanguardie che innescarono le polveri del complottismo. Fenomeno di una certa consistenza, che ad ogni giro moltiplica le sue schiere. Parola d’ordine? Quel “non cielo dicono” sgrammaticato volutamente dagli iniziali detrattori. Forse. Poi arrivò l’11 settembre, e giù teorie cospirazioniste à gogo, compresi memorabili microchip sottocutanei, che pare favorissero meglio il signoraggio bancario. Da allora in poi la Terra non è mai stata così piatta. Ma chi sono questi under 40/50 così delusi (con qualche ragione) dal mondo che li circonda? Figli forse di quel Alan Moore coautore della Graphic Novel “V per Vendetta”? Appassionati di fumetti Manga, dei giochi di ruolo (ma amano poco i ruoli nella società e nel mondo reale), collezionisti di modernariato elettronico e di carte Pokémon, proprio negli Usa hanno dato vita a collettivi di smanettoni, molto affascinati soprattutto da un certo anarchismo violento e di destra. Quelli che organizzarono l’assalto al Campidoglio, ad esempio. Il picco pandemico complottista, arrivò giusto giusto proprio con la prima grande pandemia del secolo. Quella delle punture assassine e anche dello spritz al grafene: altro che il Novichok! Dittatura! Si esclamava in ogni dove. E quelli delle scie kimike ovviamente: “non è bello, ma ve lo avevamo detto!” Nel frattempo Beppe Grillo, rifiutato dal Pd e invitato da Fassino a farsi un partito, lo fece davvero. L’antipolitica e le piazze del Vaffa, si organizzarono con la guida del celebre comico. Quasi come in Ucraina un decennio dopo. Vabbè con qualche piccola differenza, via. Noi avevamo Gasparri, Razzi, De Gregorio e Scilipoti, e loro i filo-russi in Parlamento e Putin alle porte. Qualche attenuante ci poteva stare. Ma poi i No-Vax si sono moltiplicati, e addestratisi alla guerriglia tra i social e la Play Station, hanno tentato di cavalcare qualsiasi accadimento in odore di dittatura democratica. Riversandosi nell’antieuropeismo, nel negazionismo climatico (quello scientifico ce l’hanno di serie) subodorando che le auto elettriche sarebbero esplose, come i cerca-persone del Mossad. Ma proprio leggendo i commenti sui social di queste settimane, ci siamo imbattuti in molti “Non votate! Sono tutti uguali!”. I No-Vax hanno cambiato spalla al proprio fucile (giocattolo per fortuna) e da sgamati transformers, si sono evoluti nella nuova variante: quella dei No-Vot. “Siamo il primo partito!” Esultano. Corbellerie a parte, male non sarebbe se la politica ne prendesse seriamente atto.

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