Provenzano ospite del Psi. Emergenza sanitaria, Europa, sostegno ai comuni e riforme istituzionali

Il Psi a confronto con Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale. Stamane, in un incontro promosso dal segretario del partito Enzo Maraio, alcuni dirigenti del partito si sono confrontati – attraverso una piattaforma on line – con il Ministro Provenzano su temi che riguardano l’emergenza sanitaria e la cosiddetta “fase2”, quella della riapertura di alcuni settori produttivi del Paese.
“Le piccole e medie imprese – ha detto Maraio introducendo la riunione – rischiano di non rialzarsi più da una crisi così profonda, di fronte alla quale l’Italia si è trovata impreparata. Sono emersi tutti i limiti istituzionali, a cominciare dal conflitto delle competenze tra Stato e Regioni su materie come la sanità pubblica”- ha proseguito Maraio. “Sarà opportuno intervenire sul Titolo V della Costituzione per dare ordine alle competenze istituzionali, così come è necessario prevedere lo stato di emergenza in Costituzione. Ciascuna regione – he denunciato Maraio – sta affrontando in maniera diversa sia il lockdown che la fase della ripartenza delle attività e questo genera confusione e disorientamento nei cittadini. E’ certo – ha sottolineato – che dopo l’emergenza servirà un intervento massivo dello Stato per rimettere in circolo l’economia, liquidità e far risollevare imprese e famiglie che oggi sono state messe in  ginocchio”. Affrontando il tema caldo dei rapporti nella Ue, Maraio ha aggiunto: “l’Europa sta affrontando questa crisi con disorganizzazione e disomogeneità. Se uno Stato riparte prima di altri, per effetto di Shengen e della libera circolazione delle persone, chi può assicurare che non si possa verificare una seconda ondata dell’epidemia?”- ha proseguito Maraio. “E’ chiaro che se ogni Stato europeo affronterà con approcci e regole diverse, il problema tenderà ad allungarsi nel tempo. E’ quello che sta succedendo ad esempio tra regioni diverse in Italia”.
Riccardo Nencini, intervenendo alla riunione, ha affermato: “esiste una dead line superata la quale la crisi potrebbe generare una specie di cataclisma economico. O entro il mese di luglio affrontiamo il tema delle riaperture – in totale di sicurezza e con tutte le necessarie protezioni individuali – oppure l’ipotesi è che la ripresa potrebbe scollinare persino l’anno 2021. La Cina ne uscirà probabilmente avvantaggiata dalla crisi planetaria. Il tema è cosa farà l’Europa: se manterrà le condizioni attuali, allora non sarà in grado di giocare nessuna partita e resterà marginale nello scenario internazionale. L’Italia – ha aggiunto Nencini – deve cogliere un’opportunità a cominciare dal Consiglio europeo del 23 aprile: non capisco perché impiccarsi al Mes che ci isola rispetto agli altri paesi europei”.
 “L’Europa può segnare una netta discontinuità con il passato – ha detto il vice segretario Vincenzo Iacovissi colloquiando con Provenzano- sui temi di carattere economico e sociale. Un nuovo strumento dell’Europa su welfare e politiche sociali potrebbe essere la cosa giusta da fare nei prossimi mesi”.
Fabio Natta ha posto invece il tema, stringente, della sburocratizzazione delle procedure relative agli aiuti da destinare ai Comuni, ricordando l’appello fatto dall’Anci al Governo sui 5 miliardi di fondi da spendere per affrontare la crisi.
“La debolezza del ruolo dell’Europa” è il tema messo sul tavolo da Luigi Iorio che, rivolgendosi al Ministro, si è chiesto  “se per superare la crisi il Pse sarà in grado di formulare un pacchetto di proposte e idee per indicare una linea comune per la ripresa”.  Pia Locatelli ha posto l’accento sul ‘grido di preoccupazione” lanciato dal Papa e dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, sulla violenza alle donne e ai minori”, perché, ha affermato Locatelli, “l’isolamento accentua i rischi di violenza dentro le mura domestiche”, chiedendo al ministro se “il tema sia nell’agenda del governo”.  Maria Pisani, ha chiesto “quali interventi saranno assunti per il Mezzogiorno ad integrazione del Piano per il Sud 2030, considerando che, al termine della crisi, la situazione complessiva economica al sud avrà un calo del 15%, soprattutto in tema di occupazione di giovani e  donne. Livio Valvano ha posto infine un tema caro al mezzogiorno: “la crisi sanitaria ha dato un colpo durissimo al turismo. E’ possibile – chiede Valvano – la fiscalità di vantaggio che l’Europa ha mandato in soffitta?”
Provenzano, affrontando tutti i temi avanzati dai dirigenti del Psi, ha affermato: “c’è il rischio che la pandemia generi un impatto peggiore persino rispetto alla grande recessione: mette in discussione modelli di globalizzazione che già avevano mostrato alcuni limiti, determinerà inoltre una ridefinizione geopolitica. E metterà in luce i nodi irrisolti, come quello della inadeguatezza della risposta europea. Nodi irrisolti che riguardano anche il nostro Paese: la questione della digitalizzazione, un’architettura istituzionale che rende le risposte lente, oltre a una difficoltà della macchina pubblica che si misura anche nella difficoltà a tradurre le azioni di governo”- ha sottolineato Provenzano.  “Sul tema istituzionale – ha detto il Ministro per il Sud rispondendo al Segretario Maraio – da temi come la lentezza burocratica, la difficoltà a venire a capo della disomogeneità istituzionale dovuta a competenze disorganizzate, emerge la necessita di snellimento di procedure e regole”. Proseguendo nel suo intervento, Provenzano ha aggiunto: “C’è un mondo che si è spento e va rivitalizzato”- ha proseguito Provenzano che ha fatto notare come “siamo entrati nella crisi come il paese con più diseguaglianze d’Europa: Il Cura Italia ha permesso di fare i primi interventi tampone. C’è un tema che riguarda la diseguaglianza di cui pochi parlano: è quella che colpisce le piccole e medie imprese: la richiesta che abbiamo fatto alla task force è non solo come si riparte ma come si riorganizza un tessuto produttivo fatto soprattutto di piccole e medie imprese. Nel decreto di aprile, abbiamo la necessità di prevedere una copertura sociale laddove non siamo arrivati nel decreto Cura Italia. Bisogna intensificare gli aiuti e il sostegno per il lavoro autonomo perché  c’è un universo enorme che va protetto. Le diseguaglianze in Italia hanno una dimensione territoriale accentuatissima. Provenzano ha fatto notare come  “l’impianto complessivo del piano per il sud 2030 sia attuale” e che ora si tratta di “rivedernele priorità, come la regolarizzazione del lavoro femminile, immaginare forme strutturali di reclutamento in smartworking anche per evitare flussi migratori da sud a nord, protezione sociale per gli autonomi, le piccole e le medie imprese”. Sull’Europa, ha concluso Provenzano, “i partiti membri del Pse, in particolare quelli dell’area mediterranea, dovranno confrontarsi pe capire, insieme, quale direzione prendere”

Ti potrebbero interessare