di Sofia Mehiel, la Papessa
Giugno è il mese del Pride, un tempo di celebrazione ma anche di riflessione, rivendicazione e lotta. Per il movimento socialista, il Pride non è soltanto una parata di colori: è un simbolo vivo di emancipazione, giustizia sociale e uguaglianza. È l’espressione della volontà di abbattere ogni forma di discriminazione e di costruire una società in cui tutte e tutti, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale o identità di genere, possano vivere pienamente e dignitosamente. Il messaggio del Pride: libertà, diritti, giustizia sociale. Il Pride nasce da un atto di ribellione contro l’ingiustizia, e ancora oggi porta con sé un messaggio politico forte: non c’è libertà senza uguaglianza. Il socialismo ha il dovere di essere al fianco delle persone LGBTQIA+ nella loro battaglia per i diritti civili, sociali e sanitari. Lottare per il diritto alla casa, al lavoro dignitoso, alla salute e all’autodeterminazione significa anche lottare contro l’omolesbobitransfobia strutturale che ancora permea la nostra società. In Italia, nonostante i passi avanti, le persone LGBTQIA+ continuano a vivere discriminazioni quotidiane. Manca ancora una legge contro l’omotransfobia, la carriera è spesso ignorata o ostacolata, e l’accesso alle cure – soprattutto per le persone trans – resta irto di ostacoli. La retorica reazionaria e l’attacco ai diritti civili da parte di forze politiche conservatrici rischiano di minare quanto faticosamente conquistato. Ma c’è un tema di cui si parla poco: il diritto alla salute – in particolare alla salute sessuale – non è un privilegio, ma rappresenta una delle frontiere più urgenti dell’impegno politico e sociale. In troppe aree del nostro Paese, l’accesso a test rapidi, informazioni corrette, prevenzione e cura per HIV e infezioni sessualmente trasmissibili (IST) resta limitato, spesso stigmatizzato, e lontano dai bisogni reali delle personeLGBTQIA+. È qui che deve emergere il grande lavoro di PLUS – Persone LGBT+ Sieropositive, un’associazione che rappresenta un’eccellenza a livello nazionale. Con i Checkpoint PLUS di Bologna, Milano e Roma, PLUS offre spazi sicuri, accoglienti, competenti, dove la prevenzione diventa strumento di autodeterminazione e non di colpevolizzazione. Guidati da Sandro Mattioli e un gruppo di attivisti e operatori sanitari, rappresentano un modello avanzato e comunitario di sanità pubblica, fondata su consulenza e supporto, con particolare attenzione a chi spesso resta ai margini: giovani, migranti, sex worker, persone trans. Come socialisti, dobbiamo sostenere realtà come PLUS, chiedere il rafforzamento della sanità pubblica, la formazione del personale sanitario, campagne di prevenzione nelle scuole e nei territori e il riconoscimento pieno del lavoro svolto da chi lotta ogni giorno per una salute veramente universale. Nel mese del Pride, ricordiamo che non c’è giustizia senza uguaglianza, non c’è progresso senza diritti, e non c’è libertà se non includiamo tutte e tutti. Il Pride non è solo una festa: è una chiamata alla responsabilità, per le istituzioni, per la politica, per ciascuno di noi.