di Nautilus
Stavolta il governo si è prodotto in un mix originale: trionfalismo accompagnato da permissivismo. Si dirà: non è una novità. E in effetti l’autocelebrazione di solito è una costante del centrodestra. Ma il trionfalismo non aiuta a capire. Semmai a rimuovere i problemi. Nella prima parte dell’estate si è sommata una complessiva riduzione di presenze turistiche e il boom di alcuni prezzi, due evidenze minimizzate dalla Presidente del Consiglio che è arrivata a rispondere: “non amate l’Italia, siete antinazionali!” Buttare la palla in tribuna serve a glissare sulle misure che il governo intende predisporre per proteggere il potere d’acquisto estivo degli italiani e in effetti nulla si sa se si voglia sanare la deregulation degli stabilimenti balneari. Non per penalizzarli ma per indurli al rispetto di alcune regole minime, condivise, conosciute da tutti. E tuttavia, per decidere che fare occorrerà disporre di dati certi a fine anno, per provare a capire cosa stia accadendo. Le ipotesi in campo sono diverse: la fine del vecchio modello di villeggiatura, le vacanze brevi che sono meno statiche, i prezzi aumentati, gli italiani che hanno meno da spendere. Ma non serve Pico della Mirandola per prendere atto che il cambio delle abitudini è qualcosa di strutturale, che si trasmette anche al tempo libero. Un tempo c’erano le ferie imposte dalle fabbriche che chiudevano, da presenze fisiche sul posto del lavoro che erano ineludibili. Oramai tanti impieghi si spalmano 365 giorni su 365 e di conseguenza anche le ferie si distribuiscono. Non parliamo del calendario scolastico che nell’ultima versione concede a studenti e docenti due mesi e mezzo. E poi le società cambiano: c’erano una volta le vacanze sempre nello stesso posto e sempre con mamma e papà, c’era una volta l’Italia e soltanto l’Italia. Tutte abitudini che stanno cambiando già da anni e che in alcuni casi accelerano, come è accaduto nel luglio 2025. Voltarsi dall’altra parte e dire, va tutto bene, non aiuta nessuno. Non gli operatori del turismo, ma neppure gli italiani: di questi tempi così cupi, così conflittuali anche nelle nostre vite quotidiane, non è proprio il caso amareggiarsi pure la vacanza.