di Francesco Di Lorenzi
Il governo in carica ha iniziato da diversi mesi a farsi opposizione da solo e questo, molto spesso, in politica equivale al “rompete le righe” prima di indire elezioni anticipate; sarebbe una buona notizia in linea generale, se non fosse che la cialtroneria di decreti leggi sbagliati, provvedimenti inefficaci e dei quotidiani servilismi a livello internazionale, ricadono a cascata sulle teste dei cittadini, con tutto il loro pesante carico di problemi non risolti. Sul recente decreto sicurezza, tuttavia, è stato superato perfino il limite dell’immaginazione e neanche l’opposizione più ottimista avrebbe previsto un tale livello di confusione e di inadeguatezza. Da socialisti abbiamo più volte riconosciuto l’importanza di recuperare un tema per troppo tempo snobbato e regalato, colpevolmente, alla propaganda delle destre; abbiamo fatto un sincero mea culpa, inserendolo tra i temi centrali del nostro ultimo congresso nazionale ed invitando tutto il centro-sinistra a fare altrettanto. Di più; abbiamo riconosciuto che il centro-destra e Giorgia Meloni in particolare, sono stati capaci di intercettare un disagio reale, frutto di anni di politiche sbagliate. Il problema, tuttavia, è sempre lo stesso, ossia che a temi reali per la vita quotidiana dei cittadini la destra risponde solo ed esclusivamente con slogan vuoti e senza senso, dimostrando una clamorosa incapacità di governo e di elaborazione culturale. Sul provvedimento in questione non serve scomodare nessun esponente dell’opposizione bensì semplicemente il giornalista Mario Giordano, che ha fatto della battaglia contro le occupazioni illegali uno dei cavalli di battaglia del suo format di successo. Ha definito in maniera caustica il decreto legge annunciato in pompa magna dai social meloniani e leghisti come una legge di m…., inutile e perfino dannosa. Entrando nel merito ha messo in luce i tanti limiti tecnici di un provvedimento tanto atteso, denunciando, per esempio, che gli sgomberi saranno possibili solo nelle occupazioni di prime case, ossia circa l’1% del totale! E ancora che il testo interviene a regolamentare i casi in cui ci sia lo scasso e la forzatura dell’abitazione, ignorando la stragrande maggioranza delle situazioni in cui l’occupazione dell’immobile avviene solo a seguito della stipula di regolari contratti d’affitto, magari di breve periodo. Insomma acqua da tutte le parti appena si entra nel dettaglio di provvedimenti sbandierati come salvifici e che la Lega ha presentato in questi termini nei suoi manifesti: “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in ventiquattro ore”. Giudicate voi. Se a queste giuste critiche provenienti dallo stesso centro-destra aggiungiamo i legittimi allarmi delle opposizioni sui contenuti liberticidi di un testo che mette in serio pericolo la libertà di manifestazione e di sciopero, in un contesto internazionale in cui le voci critiche al genocidio palestinese e al nuovo imperialismo trumpiano vengono pericolosamente e quotidianamente silenziate, capite bene che il sapore esclusivamente propagandistico di certe misure si mostra in tutta la sua completezza. Apparteniamo ad una cultura politica, quella socialista riformista, che non si limita ad una critica distruttiva di una legge completamente sbagliata, per questo continueremo a tenere la luce accesa su un tema reale che impatta sulle vite di milioni di cittadini. Ma lo faremo da socialisti. Senza abbassare la testa su censure e bavagli, ponendo l’attenzione sulla certezza delle pene ma anche, e soprattutto, sulle fondamentali misure di carattere sociale che servono per depotenziare in maniera significativa il fenomeno e che la destra ignora totalmente. Non esiste una generica sicurezza senza periferie risanate e poste al centro di un nuovo modello di sviluppo urbano, senza lavoro giusto e dignitoso, senza la lotta al caporalato e al lavoro nero, senza lotta alle mafie, senza una giustizia giusta che rieduchi e reinserisca nella società chi sbaglia. Senza tutto ciò rimangono solamente gli slogan vuoti del Salvini di turno e di chi cerca di lucrare, per un pugno di voti, su paure e sofferenze. A questi non faremo alcuno sconto.



