Una interrogazione parlamentare firmata da Matteo Renzi, Riccardo Nencini e Davide Faraone, capogruppo IV-PSI al Senato, rivolta al Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa per fare luce sulle dichiarazioni del Prof Piero Vereni, titolare di una cattedra all’Università di Tor Vergata a Roma, riguardo quella che nell’interrogazione viene descritta come “una delle scene più cruente della storia della Repubblica che segnò simbolicamente la fine di Bettino Craxi, un’aggressione pubblica riconosciuta come il famoso gesto del ‘lancio delle monetine’ avvenuta di fronte all’Hotel Raphael di Roma il 30 aprile 1993”.
Il prof Vereni, che a Tor Vergata tiene un corso da Professore Associato in materia di Antropologia, ha rivendicato di appartenere al gruppo di facinorosi protagonisti dell’aggressione che fu il frutto di una convergenza fra militanti di sinistra comunista e di destra, sostenendo, tra le altre cose che: “…urlavo anche io a Craxi di andare a farsi fottere e che era finita per sempre con il troiaio che si era costruito intorno, vorrei prendermi brevemente la briga di argomentare per la tesi opposta: abbiamo fatto bene, dovevamo fare quel che abbiamo fatto, le monetine sono state evidentemente troppo poche, e gli insulti pure. Dovevamo fare di più”. Ed inoltre: “Quella sera, per parlare spiccio, stavamo facendo fuori il re, e in questo non c’è nulla di male o di sbagliato. Ma vorrei andare oltre e mi chiedo: cosa sarebbe successo se ci fossimo veramente impossessati del corpo di Bettino? Se lo avessimo fatto a pezzi sul serio, se l’avessimo magari mangiato a brani (era grande e grosso, ce n’era per tutti)?”.
Nell’interrogazione parlamentare di Renzi, Nencini e Faraone si chiede se il Ministro il Prof Piero Vereni, ravveda, si legge nell’interrogazione, “l’opportunità morale di mantenere un soggetto, visibilmente facinoroso e dal comportamento socialmente pericoloso, all’interno dell’Ateneo in una posizione di responsabilità educativa tale da pregiudicare l’orientamento degli studenti per la sua conclamata inclinazione violenta e per la sua condotta personale della quale non se ne è colto il pentimento, tranne nel momento nel quale i suoi scritti sono tornati alla luce dopo la pubblicazione di un libro che riepiloga gli incresciosi fatti dell’epoca”