Coltivare l’unità

di Enzo Maraio

Le elezioni regionali in Abruzzo ci consegnano un dato politico significativo: il possibile tramonto della stagione del populismo. Infatti i due partiti di maggiore ispirazione populista e di carattere anti-sistema, la Lega e il M5S, sono tra quelli che perdono più consensi rispetto ad altri. A pagare il prezzo più alto sono quindi le due ‘estremità’ delle rispettive coalizioni che, fatalità, erano al governo quando, nel 2019, Marsilio veniva eletto la prima volta alla guida dell’Abruzzo. Non deve stupire un risultato del genere: è la risposta nelle urne degli elettori a chi esaspera i toni e decide, come nel caso del M5S e della Lega, di fare un’opposizione interna nel proprio campo su temi dirimenti come la politica estera, su cui si giocherà tutta la partita politica dei prossimi mesi. E proprio su questo i due partiti giallo e verde assumono pose sempre più barricadere rispetto a quelle più stabili dei propri alleati (lo stop agli aiuti militari in Ucraina, i distinguo sull’appoggio a Israele, le antiche simpatie putiniane). Così cresce nella Lega l’opposizione al carattere di ultradestra e, di conseguenza, alla leadership di Salvini. E tra gli elettori del M5S non si arresta lo scontento per un atteggiamento ambiguo degli ultimi tempi, un po’ di lotta e un po’ di governo, che mette così in crisi l’alleanza stabile dei grillini con il resto del centrosinistra. Scontando, oltretutto, l’assenza di una classe dirigente territoriale competente e solida. Ciò avvalora ancor di più il risultato della Sardegna dove il centrosinistra vince soprattutto grazie alla Presidente Todde, che si è rivelata decisiva. L’esito elettorale in Abruzzo, per il centrosinistra, è da considerarsi comunque positivo e incoraggiante, avendo recuperato un divario che alla vigilia appariva ben più cospicuo, anche perché conferma un trend che fa ben sperare per il futuro. Occorre continuare a lavorare insieme, cercando temi comuni su cui mobilitare l’intero nostro elettorato, come stiamo facendo con la proposta di raccolta firme per l’iniziativa di legge popolare per l’introduzione del salario minimo, promossa la settimana scorsa dai partiti di centrosinistra: una battaglia necessaria in un momento storico davvero difficile per le famiglie italiane, che sono alle prese con il lavoro povero, scontando il prezzo più difficile di salari bassi e di una perdita del potere di acquisto che ha pochi precedenti nella storia recente. L’azione di piazza, fianco a fianco tra le opposizioni, sarà un segnale tangibile di collaborazione. Proposte unitarie e chiare, una visione alternativa e la collaborazione sono indispensabili per affrontare le prossime sfide, a partire dalla Basilicata e dal Piemonte, dove sarà necessario ottimizzare la formula di una coalizione plurale a sostegno di candidati presidenti radicati ed autorevoli. Quanto a noi socialisti, anche in Abruzzo è tornato il simbolo sulla scheda elettorale, come lo era stato in Sardegna, nel Lazio e nel Molise. E la nostra lista, organizzata in collaborazione con i riformisti, ottiene un risultato positivo, che conferma il radicamento territoriale del nostro partito in molte realtà abruzzesi. Un segnale incoraggiante che ora va alimentato con idee e prospettive nuove.

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