di Nautilus
Sia chiaro. La nostalgia di un qualsiasi passato, anche molto autoritario, non è un reato. È un sentimento che, se resta confinato nella sfera dei pensieri e anche delle parole lecite, va duramente condannato (a parole) ma non oltre. In Italia abbiamo avuto il fascismo e ci siamo protetti dalle ricadute, con un vaccino speciale: il divieto dell’apologia del fascismo e della ricostituzione del partito fascista. Ma in Italia, dopo la truce esperienza del ventennio, gli anticorpi sono stati potenti e hanno impedito ai tanti nostalgici (per decenni concentrati nell’Msi) di esternare in modo sistematico le proprie nostalgie e i propri desideri di rivalsa: per oltre settant’anni è stato sconveniente farlo. Da qualche tempo c’è una novità, che gode di un mutato contesto internazionale: in diversi Paesi europei e ora negli Stati Uniti una opinione pubblica di destra, a lungo rimasta minoranza silenziosa, si è radicalizzata, assumendo posizioni che un tempo parevano indicibili e destinate a restare molto minoritarie, sia nel campo della xenofobia, che del rispetto delle regole costituzionali. In Italia nessuno sinora aveva osato spingersi fino all’apologia di un corpo, la Decima flottiglia Mas, che assunse questa denominazione nel pieno della guerra voluta dal Duce e che dopo l’armistizio del 1943, si macchiò di gravi efferatezze come la fucilazione sommaria di civili e partigiani, la tortura di ostaggi fra i civili. Protagonista di questa apologia è il generale Vannacci, assurto a vicesegretario della Lega. I media, con atteggiamento superficiale, lo trattano con l’approccio da Settimana enigmistica dello “strano ma vero”, mentre dentro la Lega la vecchia guardia lo detesta, lo teme ma è costretta a mugugnare. I partiti anti-Lega si tengono a distanza, lo lasciano “crescere”, scommettendo di poterlo usare quando sarà diventato un “mostro”. Preferiscono concentrare il fuoco, spesso in modo ossessivo, su Giorgia Meloni. Oltretutto Vannacci è un osso duro dal punto di vista dialettico, insidioso da contrastare e tanto vale lasciarlo stare. Un errore grave del sistema politico-mediatico: passo dopo passo Vannacci riuscirà a sdoganare concetti pericolosissimi e quando qualcuno proverà a prenderlo di petto, potrebbe essere troppo tardi.