di Enzo Maraio
Nella manovra economica del governo, gli interventi sulle banche appaiono timidi, quasi simbolici. Ancora una volta nulla di davvero incisivo o strutturale sugli extra profitti del sistema finanziario: si parla di piccoli aggiustamenti fiscali, di contributi straordinari una tantum, ma non di una visione capace di riequilibrare il rapporto tra potere bancario e giustizia sociale. Le stesse difficoltà si sono viste anche sul fronte dei grandi colossi del web, da Amazon agli altri giganti della rete. Non si ha il coraggio dell’intervento. E non è la prima volta: anche in passato, di fronte alle multinazionali digitali, l’esecutivo ha scelto di non fare nulla, rinunciando a ogni iniziativa concreta di regolazione o tassazione equa. Il governo si è mostrato – ancora una volta – impacciato, frenato da divisioni interne e dalla paura di disturbare i poteri forti. Il risultato è una manovra che promette molto ma che, nei fatti, evita ogni ‘confronto’ vero con chi concentra ricchezza e margini record. Eppure, per chi si richiama alla tradizione socialista e riformista, questo sarebbe stato il momento di agire: intervenire con decisione sugli extra profitti e destinare quelle risorse a un grande piano casa straordinario non solo per le giovani coppie, ma anche per la ristrutturazione dell’edilizia popolare e per il recupero del patrimonio abitativo esistente, oggi abbandonato o inaccessibile. Si sarebbe potuto – e dovuto – obbligare le banche a cambiare le regole sui mutui, introducendo condizioni agevolate per giovani, precari e partite Iva. Un modo concreto per restituire fiducia e futuro a una generazione schiacciata tra affitti ormai insostenibili e tassi inaccessibili. Si chiama riformismo radicale, come direbbe Gaetano Manfredi: la capacità di cambiare davvero le cose, non con le bandiere, con gli slogan, ma con le scelte. Era il tempo di mettere l’interesse collettivo davanti alla convenienza di pochi. Toccherà ad altri farlo. Toccherà, e presto sarà il momento, a chi saprà mettere insieme le esigenze dei grandi gruppi e le istanze di chi vive condizioni di difficoltà.



