di Enzo Maraio
Il nuovo rapporto Gimbe sulla salute pubblica in Italia lancia grida d’allarme pesanti. Nel 2024, un italiano su dieci – quasi otto milioni di persone – non si è curato a causa delle liste d’attesa troppo lunghe e dei costi eccessivi delle prestazioni. Negli ultimi tre anni, osservando il rapporto tra investimenti in sanità e Pil nazionale, scopriamo che la sanità pubblica registra un segno negativo di 13 miliardi di euro. Gli unici investimenti programmati – quelli del Pnrr legati alle Case di Comunità – procedono con estrema lentezza: solo il 4% del totale è stato rendicontato. Il governo Meloni e la destra stanno progressivamente smantellando la sanità pubblica e gratuita. Noi socialisti, che nel dopoguerra abbiamo costruito un sistema sanitario universale, non indietreggeremo di fronte alle scellerate politiche di chi vuole trasformare la salute in un affare per pochi, favorendo i grandi speculatori del settore. Garantire il diritto alla salute, gratuito e universale per tutti, non può restare un concetto astratto: deve tradursi in azioni concrete. Pochi investimenti nella sanità pubblica, mancate assunzioni di nuovi medici e la spinta costante verso la privatizzazione sono le scelte che oggi stanno mettendo a rischio il nostro sistema sanitario. Di questo passo, per farsi curare in Italia, al pronto soccorso non ti chiederanno più la tessera sanitaria, ma la carta di credito. La riduzione degli investimenti pubblici in sanità dimostra che, per la destra, la salute universale e gratuita non è una priorità. È un colpo durissimo al nostro sistema sociale e ai diritti fondamentali dei cittadini. Nel congresso del Pse che terremo ad Amsterdam questo fine settimana, metteremo la sanità e la salute al centro dell’azione socialista europea. Chiederemo che alla sanità vengano assegnate le giuste risorse nel prossimo quadro finanziario pluriennale europeo e promuoveremo la realizzazione del piano “Garanzia per l’Infanzia”: un investimento di 20 miliardi di euro per garantire che nessun bambino rimanga privo di assistenza sanitaria, di un alloggio dignitoso, di un’alimentazione adeguata, di un’istruzione di qualità e di servizi per l’infanzia.



