di Daniele Unfer
Una tre giorni intesa. Interventi, idee a confronto, proposte sui temi, abbracciando uno scenario molto ampio di argomenti: dalla politica internazionale a quella interna, dalla scuola alla sanità, dal ruolo del riformismo al futuro dell’Europa, dal ruolo del civismo all’ambientalismo del fare. Una festa che ha dimostrato ancora una volta quanto il Psi abbia un gruppo dirigente di livello, capace di offrire non solo una disamina accurata delle questioni aperte ma anche delle soluzioni concrete. Sul campo internazionale dalla Festa dell’Avanti che si è tenuta a Bologna, dal titolo: “Le Ra(e)gioni del riformismo”, è stata sottolineata la pochezza di Governo e maggioranza, incapaci di essere credibili, anzi sempre pronti a cavalcare l’onda della polemica alimentando uno scontro ideologico sterile e pericoloso. “Noi – ha sottolineato Enzo Maraio nelle conclusioni della Festa – siamo quelli di Sigonella. Quelli che difendono il Paese nella sua autonomia senza genuflessioni ai potenti di turno, a cominciare da Trump”. Partendo dalla politica estera Maraio ha sottolineato che “sulla Palestina e sul diritto internazionale i socialisti sono stati i primi a scendere in piazza mentre il governo ancora non riesce a dire una parola chiara sull’immane tragedia in atto”. Tre giorni per ribadire le posizioni riformiste. Il riformismo è il metodo per dare gambe forti alle idee e renderle realizzabili. È confronto, concretezza, capacità di fare. “’Avanti!’ – ha aggiunto Maraio – è il nostro tratto distintivo alle prossime regionali”. È lo spazio della tradizione, dell’innovazione, l’incontro dei diversi riformisti e del dialogo con l’area civica e cattolica. Nelle regionali ormai alle porte, Marche, Campania, Puglia, Calabria “ci presentiamo con il nome Avanti!” che non è una direzione, ma un luogo di elaborazione programmatica”. E poi, dopo le regionali, l’appuntamento delle politiche. “Anche lì ‘Avanti’ sarà il centro, ci auguriamo con altri, di una nuova fase per costruire nel centrosinistra un contenitore nuovo, il luogo dove declinare il riformismo radicale”. Di partito come generatore di proposte ha parlato Marco Strada, tesoriere del Psi, sottolineando così la capacità viva di relazionarsi con i cittadini e le loro esigenze. Strada ha sottolineato il perdurare della “riduzione dei diritti dei cittadini. L’abolizione delle province, la riduzione dei parlamentari, l’eliminazione delle preferenze, l’abolizione del finanziamento pubblico sono tutti pezzi di un puzzle con un denominatore comune, quello di seguire i populismi e gli slogan che hanno portato al rifiuto della politica e della rappresentanza. Bisogna ripartire da qui, mettendo fine alla stagione dei veti per ritrovare una coalizione affidabile e propositiva capace di rendere i cittadini protagonisti delle scelte. Se vogliamo costruire una vasta coalizione si deve riconoscere a tutte le forze politiche la stessa dignità” ha aggiunto Strada. I partiti maggiori devono “assumersi una responsabilità maggiore”. È inconcepibile infatti che negli ultimi tre anni non sia mai stato organizzato un tavolo del centrosinistra. Cambiare atteggiamento è quindi il primo passo per una coalizione che possa tornare a vincere partendo dalle idee. Non scontata la presenza di Giuseppe Conte che era intervenuto anche al Congresso di Napoli. Un segno che la posizione dei 5 Stelle assunta negli ultimi anni è cambiata. Sono passati dal grido d’assalto contro il sistema da abbattere ed aprire come una scatoletta di tonno, alla necessaria consapevolezza di un dialogo con le forze democratiche e progressiste. Presente anche Ernesto Maria Ruffini, creatore dell’Associazione “Più Uno” con il suo appello a ricordare la lezione del 2022 quando il centrosinistra ha servito su un piatto d’argento la vittoria al centrodestra. “In politica vincere è uno strumento per governare il Paese – ha detto – ma per farlo bisogna avere un’idea chiara di cosa si vuole fare. Sembra di capire che il Pd abbia rinunciato alla vocazione maggioritaria. Questo è un bene. Nel centro sinistra si apre un grande spazio. Per riempirlo dobbiamo trovare quattro o cinque punti su cui varare un programma contenente un’idea di Paese”. Sulla politica estera e sull’Europa in particolare Bobo Craxi ha dipinto un quadro a tinte fosche: “Tutto intorno a noi spinge contro un’Europa più forte. Da tempo – ha detto – la Russia cerca di destabilizzare l’Europa. I grandi imperi ricostituiti hanno come missione quella di riorganizzare il mondo delle regole in modo autoritario. L’Europa è l’ultimo baluardo. Se viene meno anche in America con Trump, restiamo solo noi. Se cade anche questo baluardo il problema è di non tornare al ’33”. Politica, scenari economici e internazionali con spirito di costruire l’Italia di domani, un dibattito senza populismi, concreto con un occhio non ai diversi modi di vedere del centrosinistra, ma ai tanti punti condivisi per creare una vera coalizione di governo. Tanti gli ospiti e le presenze, oltre ai dirigenti del Psi: Michele De Pascale, Riccardo Magi, Stefano Bonaccini, Debora Striani, Alessandro Onorati, Vittorio Di Trapani, Roberto Natale, Stefano Graziano, Arturo Scotto, Marco Croatti, Rula Jebreal, Vincenzo Spadafora, Ernesto Maria Ruffini, Andrea De Maria, Igor Taruffi, Vincenzo Merola e altri.