L’odio non è di destra, né di sinistra. È di chi fa becera propaganda

di Alessandro Silvestri

“Early morning April 4th, shot rings out in the Memphis sky”. Così gli U2 celebrarono in una nota canzone l’assassinio politico di Martin Luther King, attivista per i diritti delle minoranze afroamericane e premio Nobel per la pace, fermato per sempre con un colpo di fucile a Memphis nel 1968. Gli Stati Uniti, la ex democrazia più grande del mondo, non sono certo nuovi a questo tipo di episodi cruenti, che hanno fatto di deviare irrimediabilmente il corso della storia. Solo che, da Abramo Lincoln in avanti, è toccato sempre a figure progressiste, amate dalle masse e con un grande seguito popolare, di cadere sotto i colpi dei sicari. Come J.F. e Bob Kennedy o Malcolm X. Senza dimenticare fatti più recenti, quanto poco affrontati dai media, specialmente italiani. Dall’aggressione a martellate subita in casa dal marito di Nancy Pelosi, Paul, da parte di un complottista di estrema destra nel 2022; al duplice omicidio della deputata democratica del Minnesota, Melissa Hortman e del marito Mark assassinati in casa soltanto pochi mesi fa da un altro fuori di testa che odiava i sostenitori del diritto all’aborto. Per non parlare dei più famosi casi internazionali, da Allende a Palme, da Sankara ai Gandhi (Mahatma, Indira e Rajiv), da Bhutto a Gemayel, da Jumblatt a Rabin, da Liebknecht alla Luxemburg, fino ai nostri Di Vagno e Matteotti, i Rosselli e Buozzi, Mattei e Moro, La Torre e Mattarella. Quasi tutti gli omicidi politici degli ultimi cento anni hanno riguardato esponenti progressisti e i cattolici democratici. Dove sta quindi questo pericolo della violenza di sinistra, agitato da Trump e dai Maga e rilanciato dalla nostra Presidente del Consiglio? Perché nel caso Charlie Kirk, una cosa deve (o dovrebbe) essere chiara: ad armare la mano del giovane Tyler Robinson, sono state proprio le prediche dell’estremismo di destra americano, animato anche dal movimento fondato proprio da Kirk, quel Turning Point Usa che auspicava l’allontanamento degli stranieri, l’uso libero delle armi, e l’utilizzo spregiudicato di temi religiosi, per alimentare un proselitismo sempre più radicalizzato. “Comprate un’arma, imparate ad usarla, e non uscite mai senza un’arma”: questo uno dei tanti cavalli di battaglia utilizzati da Kirk. La stessa vedova, Erika Kirk ha dichiarato all’orazione funebre: “Non avete idea di cosa avete scatenato in questo Paese”, non si sa bene rivolto a chi. Lo stesso Trump ha rilanciato: “Molte delle persone che tradizionalmente si direbbero di sinistra sono già sotto inchiesta”. Ci mancherebbe pure una riedizione del maccartismo fuori tempo massimo! Senza contare il “Presente!” al quale si è subito uniformata la stampa italica di destra, che senza attendere analisi e approfondimenti (roba inutile e noiosa) grazie al fatto che sono state ritrovate all’attentatore munizioni con frasi incise tipo “Bella Ciao” o “Prendi questo, fascista!”; si è scatenata subito con una bagarre dei titoloni. “Assassinio partigiano” (Il Giornale), “La firma del killer: Bella Ciao” (Libero), “Ammazzato a colpi di Bella Ciao” (La Verità). Robinson parrebbe invece essere vicino al Gruppo Groyper, un movimento di ultra-destra nazionalista e cristiano fondamentalista, che utilizza un linguaggio da sottocultura nerd ispirato dai videogames e ha spesso attaccato Kirk in passato, accusandolo di essere un moderato. Vedremo cosa emergerà dalle indagini, i cui esiti potrebbero non piacere alla Casa Bianca. Non possiamo non evidenziare l’azione scomposta di elementi della maggioranza (ma appunto, nemmeno Giorgia Meloni ci ha risparmiato una intemerata da inferno dantesco), dai deliri del ministro Luca Ciriani che ha evocato addirittura un clima da Brigate Rosse del quale le opposizioni di sinistra sarebbero responsabili; ai dossier del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ad uso dei gruppi parlamentari di FdI, dove si indicano i partiti della sinistra e i sindacati quali responsabili di una campagna d’odio politico, nei confronti della destra. In realtà tutti i leader politici del centrosinistra hanno immediatamente condannato l’omicidio di Kirk, com’è giusto che fosse. Ma da questo a farne un martire, ce ne passa. Le differenze tra noi e loro ci sono e sono enormi. I socialisti in centotrentatrè anni di storia, non solo hanno lottato per ottenere il progresso di questo Paese e le conquiste sociali di cui oggi godono tutti. Ma per farlo, è giusto sottolinearlo, non hanno mai torto un capello a nessuno. Né hanno mai minacciato di farlo.

 

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